/ ECONOMIA

ECONOMIA | 04 maggio 2018, 08:54

A Saint Vincent il banco piange

Aostacronaca.it ha intervistato Mauro Natta, candidato Pd al Consiglio ma ma soprattutto grande storico dell’andamento del casino di Saint Vincent che spiega le ragioni della crisi

Mauro Natta

Mauro Natta

Non c'è che dire, il Casinò Saint Vincent, dopo la pausa di marzo, ha ricominciato alla grandissima ad arricchire il filotto magico dei mesi del rilancio. Eccoli: ottobre 17: -6,42%; novembre: 17 -18,53%; dicembre 17: -1,45%; gennaio 18: -4,63%; febbraio 18: -4,38%; aprile 18: -9,91%. Ha avuto davvero ragione l'ex assessore Chatrian a lodare l'AU, è stata fatta la scelta giusta, ottimo!

A parte le constatazioni inconfutabili e le battute, Mauro Natta gli impedimenti più rilevanti sono stati, per Saint Vincent e lo si può vedere anche a Campione d’Italia attualmente, l’eccedenza di personale ed il calo dei ricavi. Cosa puoi aggiungere relativamente al sovra numero dei dipendenti?

"Bene inteso parlo solo per Saint Vincent perché penso di conoscere meglio il problema. La prima cosa da osservare, e anche la più distante nel tempo, risale al 1977, credo di ricordare, al 6 dicembre. In quell’occasione, mi pare ed è passato tanto tempo, fu rinnovato il contratto per la gestione del casinò in scadenza nel febbraio dell’anno successivo. Forse, siamo in presenza della prima iniziativa volta a garantire l’equilibrio finanziario al gestore privato (Sitav SpA), mi pare statuendo una possibilità di intervento pubblico sul costo del personale dei giochi francesi (all’epoca non esistevano quelli americani, introdotti nel 1981). Quando la accennata forma di agevolazione ha iniziato a produrre effetti non so dirlo ma, personalmente, la ritengo una concausa della problematica in discorso".

Sullo stesso argomento c’è ancora qualcosa da dire?

Sono personalmente convinto che la gestione pubblica (dal 1° luglio 1994) avrebbe dovuto intervenire con l’adozione di un unico contratto di lavoro (anziché due uno per i giochi francesi e l’altro per quelli americani) che avrebbe portato, se non una sicura riduzione, nel tempo, del personale, la possibilità concreta di vedere svolgere giochi simili dagli stessi dipendenti  aderenti ad un solo contratto e non antagonisti (ad esempio: chemin e punto banco, e le varie roulette). Sicuramente una simile iniziativa, coniugata ad una forma avanzata di multifunzionalità, avrebbe agevolato quanto appena descritto e, probabilmente il rilievo più importante, l’adeguamento dell’offerta alla domanda. Per quanto al calo dei ricavi – non desidero annoiare con le cifre – posso solo integrare il discorso con l’osservazione che è più semplice diminuire certi costi che incrementare i ricavi. Non si può sottacere che in alcuni casi possiamo notare l’introduzione di varianti di giochi già praticati e,in altri, di giochi nuovi o quasi; a Sanremo il trente et quarante rouge et noir. Anche il gioco online è stato adottato in forme massicce.

La concessione della gestione a privati comporterebbe oneri aggiuntivi per l’ente pubblico?

"Non posso intervenire sull’argomento se non teoricamente; il che dipende in massima parte dalla natura giuridica (tributaria) delle entrate di specie. Il controllo della gestione limitatamente alla regolarità del gioco credo personalmente  sia il compito principale; sicuramente non è il solo. Desidero allargarmi all’ente pubblico Stato centrale. I casinò sono in crisi di introiti  anche perché, a mio parere – ed in questo senso si sono espressi a suo tempo progetti e disegni di legge depositati in Parlamento – per alcuni motivi, i seguenti: la limitazione dell’uso dei contanti che è giusta e doverosa ma che potrebbe essere attenuata se il rischio del cambio assegni fosse eliminato, ancorché in parte, da una diversa considerazione della particolarità del debito di gioco di cui trattasi (art.1933 cod. civ., obbligazione naturale). Una norma che statuisca la non possibilità d’uso delle notizie assunte nelle case da gioco a fini fiscali, a meno che non si tratti di reati penalmente rilevanti. Un contratto nazionale di lavoro, se ne parlava quando ancora ero dipendente  a Saint Vincent. Ultimo,certamente non per rilevanza, è auspicabile un provvedimento legislativo organico sulla materia come indicato due volte dalla Corte Costituzionale".

"A suo avviso quali sono le maggiori differenze tra sala giochi e casinò?

"Due sono le più importanti. Il primo, controllo dei giocatori che nel caso dei casinò è regolamentato dalle norme contrattuali esistenti tra ente pubblico proprietario e gestore: il certo compimento della maggiore età. Il secondo, la percentuale che la slot retrocede al giocatore che, nei casinò, è ben più alta".

"Relativamente al calo dei ricavi, quali sono, a tuo avviso, le motivazioni di questa crisi in campo nazionale?   R. Ormai è sulla bocca di tutti, l’introduzione delle slot nelle sale giochi e nei bar, la sempre maggiore presenza del gioco di Stato ed altro ancora. Dal 2007 al 2017 il calo degli introiti di gioco è stato spaventoso e la qualità del gioco è in continuo calo".

Cosa può rilevare per il Casinò di Saint Vincent?

"Il Casinò di Saint Vincent, che seguo da più tempo, ha fatto registrare ricavi nel 2017 pari, più o meno, a quelli del 1987; l’incidenza dei ricavi derivanti dalle slot sul totale degli introiti è più che raddoppiata da allora, il che lascia pensare con la dovuta preoccupazione alla qualità del gioco".  

Considerando quanto hai detto, quali possono essere le problematiche più rilevanti per poter risolvere una tale situazione?

"La problematica più rilevante è, forse, rappresentata dalla eventualità di dividere la parte alberghiera dal vero core business. Se e come sia possibile realizzare quanto appena accennato è il primo interrogativo al quale rispondere. Il secondo – pur sempre collegato al primo – ha la finalità di rispondere alla domanda se e come è possibile garantire l’equilibrio gestionale in qualunque modo si risolva la situazione”. Merci!  

red. eco.

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore