"Più scrupolo nel rilascio delle autorizzazioni all'occupazione di suolo pubblico da parte delle Amministrazioni comunali eliminerebbe o senz'altro ridurrebbe sensibilmente la piaga dei falsi clown dottori che carpiscono denaro agli ignari cittadini agli ingressi di ospedali e supermercati".
E' lo sfogo di Stefania Perego, presidente dell'associazione Missione Sorriso-Clown Dottori VdA' (nella foto a lato) da tempo impegnata nell'impari lotta contro gli ambigui personaggi che anche ad Aosta e con sempre maggiore frequenza chiedono soldi ai passanti spacciandosi per membri dell'associazione di medici e volontari attiva nelle corsie degli ospedali pediatrici e non solo.
Impari, perchè i continui gridi di allarme di Perego e di chi come lei realmente è impegnato gratuitamente ad alleviare le sofferenze di bambini ammalati si infrangono contro una miope burocrazia amministrativa che spesso non riconosce - perchè non vuole, non perchè non riesce - chi ha di fronte. Tradotto: se i falsi volontari riescono ad allestire i loro gazebo sulla pubblica via è perchè hanno i permessi dai Comuni. E li ottengono presentandosi agli sportelli municipali di amicoIncomune e amicoImpresa formulando regolare richiesta di autorizzazione all'occupazione di suolo pubblico per iniziative di volontariato; alla domanda è sufficiente allegare un logo associativo realizzato a computer e lo statuto delle fantomatiche 'associazioni', realtà truffaldine che si possono formalmente aprire e chiudere nello spazio di una giornata, approfittando di una legge nazionale che permette di istituire velocemente associazioni di cittadini senza scopo di lucro e di cessarle in altrettanto brevissimo tempo.
Gli sportelli comunali concedono le autorizzazioni senza ulteriori accertamenti, ovvero senza verificare la provenienza, l'attività svolta, il curriculum dell'associazione richiedente e senza un minino di valutazione sulla bontà dell'iniziativa per la quale è richiesto il permesso.
Accade così che i soci di sedicenti 'associazioni' create in Puglia si presentino muniti di regolare autorizzazione all'ingresso dell'ospedale Parini chiedendo denaro ai passanti per aiutare bambini ricoverati a Bari: è sufficiente fare il conto di quanto può costare a dei volontari una trasferta dalla Puglia alla Valle, per capire che la colletta avrebbe senso solo se effettuata nello stesso ospedale barese e non certo in quello lontano di Aosta, e per accertare dunque la scarsa credibilità di una simile iniziativa.
Com'era già accaduto diverse volte in passato, in questi giorni alcune persone che si identificano con tesserino e logo falsi di Missione Sorriso, stanno fermando le persone all'ingresso dell'ospedale Parini di Aosta chiedendo denaro per sostenere l’Associazione.
Missione Sorriso Vda precisa di non aver mai autorizzato nessuno a raccogliere soldi di fronte all'ospedale né altrove. “La modalità adottata da questi truffatori, che avvicinano le persone una ad una - spiega Stefania Perego, presidente dell’Associazione - non rientra nello stile della nostra associazione che raccoglie offerte o donazioni da enti e cittadini in modo trasparente, con banchetti ufficiali o in occasioni di eventi ed iniziative”.
Missione Sorriso VdA invita i valdostani "a diffidare di questi 'clown tarocchi'" e comunica di aver già provveduto ad avvisare le Forze dell'ordine.
"Quantomeno - è convinta Stefania Perego - l'arrivo sul posto di polizia e carabinieri con la contestuale identificazione dei membri di queste fantomatiche associazioni potrebbe scoraggiarli a ripresentarsi in Valle". L'Associazione Missione Sorriso-Clown Dottori VdA invita inoltre le Amministrazioni comunali, soprattutto quella aostana, a verificare l'opportunità di non concedere l'autorizzazione di occupazione suolo pubblico a chi non offre reali garanzie di serietà e correttezza.
Occorre ricordare che i Clown Dottori:
- Non accettano offerte nello svolgimento della loro attività;
- Non raccolgono soldi porta a porta;
- Non chiedono offerte fermando la gente tra le corsie dei supermercati, per la strada, ai semafori o neiparcheggi;
- Non portano dolci ai bambini in pediatria (la dieta ospedaliera non lo consente);
- Non portano giochi ai bambini in pediatria (l’igiene ospedaliera non lo consente);
- Non chiedono offerte “in generale”, ma promuovono specifici progetti;
- Non raccolgono fondi in città molto distanti dalla sede della loro associazione.