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CULTURA | 05 marzo 2018, 08:00

La Grande Guerra Bianca di Stefano Torrione

La Sezione Valdostana degli Alpini, come ha ricordato il Presidente Carlo Bionaz, acquisterà un discreto numero di copie e gli alpini che lo desiderassero potranno richiederlo direttamente in Sede

La Grande Guerra Bianca di Stefano Torrione

“Quattro anni di ricerca fotografica sulle tracce della Grande Guerra in alta montagna, sui luoghi che hanno segnato una delle pagine più dolorose della nostra storia, teatro di una tragedia immensa di uomini, animali e mezzi, quale mai era accaduto prima. Un progetto di lavoro e di passione che vorrei trasformare in un libro e consegnarne la memoria alle generazioni future affinché non si dimentichino mai di ciò che i nostri soldati seppero fare”. Così ha esordito il fotografo professionista valdostano, Stefano Torrione che, nella Saletta di Villa Brezzi ad Aosta, Sede della Sezione Valdostana degli alpini, ha illustrato questa sua importante iniziativa, destinata a diventare un preciso punto di riferimento nella riscrittura delle immagini che caratterizzarono la più alta linea di trincee mai realizzate al mondo.

Il Presidente dell’A.N.A. Valdostana, Carlo Bionaz (Nella foto con Stefano Torrione), ha salutato con grande entusiasmo questo prezioso contributo che “arricchirà le nostre conoscenze storiche e rinsalderà il debito di riconoscenza verso i nostri nonni, capaci di imprese eroiche, al limite dell’impossibile, per assicurarci la libertà ed il benessere di cui possiamo godere oggi. Il lavoro di Stefano Torrione ci permette di rilanciare con forza il concetto di Patria, una parola che sta purtroppo sbiadendo e alla quale dobbiamo ridare il valore che merita. Spero che questo progetto di self publishing  possa concretizzarsi e che le foto di Stefano entrino nelle case di tanti valdostani, non solo alpini, perché queste sono pagine della nostra storia”.

Stefano Torrione è uno dei più apprezzati fotografi documentaristi italiani e, nella sua attività professionale, ha realizzato reportages in molti paesi del mondo, dedicandosi ultimamente alla riscoperta delle Alpi Italiane. Nell’estate del 2013, assieme all’amico Marco Gramola  - della Commissione Storica della S.A.T di Trento - ha iniziato ad esplorare i ghiacciai e l’alta montagna del Trentino Alto Adige, della Lombardia, del Veneto, alla ricerca dei segni e delle testimonianze della Grande Guerra.

Quassù infatti c’era il naturale confine montuoso che, nel 1915, separava l’Impero Austroungarico dal Regno d’Italia e che divenne drammaticamente la linea del fronte bellico. Mai nessuna guerra si era combattuta ad altezze simili, tra ghiaccio, neve, valanghe, freddo, vento gelido. Per quattro anni Stefano Torrione ha ripercorso i sentieri in quota della Grande Guerra realizzando una documentazione fotografica preziosa, unica al mondo, tale da suscitare la nascita del termine di ‘archeologia militare’ “Il grande cambiamento climatico ha restituito una grande quantità di materiali usati in guerra , reperti, siti ed oggetti appartenuti a quella straordinaria epopea e conservati per cento anni sotto la neve ed il ghiaccio” ha ricordato Stefano Torrione aggiungendo che “dal Gruppo dell’Ortles Cevedale all’Adamello, dalla Presanella al Tonale, dall’Alta Valle di Ledro al Sacro Monte Pasubio, dall’Ortigara al Lagorai, dal Cauriol alla Marmolada fino a Cima Undici e alla Croda Rossa, dove correva la linea del fronte. Ho ripercorso questi sentieri di guerra marciando sui ghiacciai e arrampicandomi sulle cime per fotografare tutto quello che è oggi visibile di ciò che rimane della Guerra Bianca”.

Una serata importante per l’A.N.A. Valdostana che sta già lavorando all’organizzazione delle celebrazioni che il 27 e 28 ottobre di quest’anno richiameranno ad Aosta diecimila Penne Nere per onorare la memoria del Battaglione Aosta, nel Centenario dell’assegnazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il Vice Presidente Vicario, Carlo Gobbo, ha confessato di aver “sempre ammirato la grande sensibilità di Stefano, la sua capacità di saper dare un’anima ed un calore particolare alle foto, qualità che solo i grandi talenti sanno esprimere”.

Una ricchezza interiore, ha ricordato Gobbo, “che gli ha permesso di dare un’anima a queste immagini che noi alpini apprezziamo, forse, con maggiore rispetto e deferenza. Sono testimonianze che hanno un valore incredibile perché illustrano situazioni che potrebbero scomparire definitivamente, da un giorno all’altro, cancellate da quelle forze della natura che le hanno riportate alla luce”. Cannoni issati a quote pazzesche a prezzo di sforzi sovrumani ed indicibili, filo spinato, fucili, mitragliatrici, bossoli, bombe,scatolette di cibo, camminamenti, baracche realizzate scavando all’interno dei ghiacciai , scarponi e….forse ….coperti ancora dal ghiaccio tanti corpi di giovani soldati, italiani..austriaci…valdostani…! Un lavoro superbo che ci auguriamo possa diventare presto un libro importante da custodire e tramandare. “Complimenti a Stefano – ha sottolineato Carlo Gobbo – per questa iniziativa che merita di occupare uno spazio privilegiato all’interno delle manifestazioni che celebrano il Centenario della fine della Grande Guerra”.

La Guerra Bianca ha contrassegnato un momento di autentica follia umana nella sua folle urbanizzazione di  una delle zone più incontaminate della natura. Il ghiaccio, in questi anni, porta alla luce e poi ricopre dopo pochi mesi, i segni della stupidità dell’uomo, quasi come un monito a non ripetere simili azioni scellerate. “Forse, piuttosto che inserire le Dolomiti nel Patrimonio dell’Unesco, sarebbe stato meglio segnalare al mondo questa lunga trincea dove centinaia di migliaia di ragazzi andarono incontro alla Morte Bianca”, ha chiosato Gobbo.

Le modalità per contribuire con le offerte alla realizzazione e all’acquisto del libro sono molteplici e vanno dal semplice versamento di una quota simbolica a cifre più consistenti. Maggiori informazioni consultando il sito Stefano Torrione Photography. La Sezione Valdostana degli Alpini, come ha ricordato il Presidente Carlo Bionaz, acquisterà un discreto numero di copie e gli alpini che lo desiderassero potranno richiederlo direttamente in Sede.

red. spe. - cg.

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