E' tornato in libertà l'avvocato algerino e attivista per i diritti umani Rachid Mesli, in soggiorno obbligato ad Aosta dal 22 agosto. Era stato arrestato tre giorni prima dalla polizia italiana alla frontiera con la Svizzera. Su Mesli pendeva un mandato di cattura internazionale per terrorismo emesso dal suo Paese d'origine. Nell'udienza di questa mattina la Corte d'Appello di Torino ha revocato la misura cautelare dell'obbligo di dimora e l'avvocato potrà dunque rientrare a Ginevra, dove vive dal 2000, quando fuggì dall'Algeria dove anche oggi rischierebbe la tortura.
“Tornerò sicuramente in Italia per le pratiche relative alla procedura di estradizione”, ha detto Mesli all'agenzia Ansa. Non è ancora arrivata, infatti, la decisione sulla sua estradizione, chiesta lo scorso 7 settembre dall'Algeria all'Italia. Il ministero italiano della Giustizia, considerando vaghe e incomplete le informazioni giunte da Algeri, ha chiesto altra documentazione.
Quando l'attivista algerino è stato arrestato, stava entrando in Italia con la moglie e il figlio quattordicenne per una vacanza in Toscana. “Non posso che essere felice per la decisione della magistratura italiana, ho avuto ragione a darle fiducia”, ha aggiunto. Mesli è l'avvocato dei capi storici del Fronte Islamico di Salvezza, partito algerino che vinse le elezioni nel 1990 e che due anni dopo fu spazzato via da un colpo di Stato dell'esercito.
Dal 1996 al 1999 è stato in carcere con l'accusa di aver supportato il terrorismo. “L'Algeria mi vuole arrestare solo per ragioni politiche”, ha sempre ripetuto. Mesli è tra i co-fondatori a Ginevra dell'ong Alkarama, che si batte per la difesa dei diritti umani nei Paesi del mondo arabo.