/ CRONACA

CRONACA | 18 giugno 2015, 10:23

USURA: Condannati due prestasoldi di Saint-Vincent

Il Palazzo di Giustizia di Aosta

Il Palazzo di Giustizia di Aosta

Due prestasoldi che operano nei paraggi del Casinò di Saint-Vincent sono stati condannati per usura dal collegio giudicante del tribunale di Aosta. La sentenza costituisce quasi un precedente: negli ultimi 15 anni il tribunale di Aosta ha celebrato oltre una decina di processi contro diversi cambisti, al termine dei quali gli imputati sono sempre stati assolti.

Mercoledì 17 giugno, i giudici hanno inflitto 5 anni e 8 mesi di reclusione e 2.000 euro di multa a Loris Stefano Bocco, 52 anni,- accusato anche di estorsione - e 3 anni di carcere e 20.000 euro di multa a Giorgio Nardi, 65 anni, entrambi residenti a Saint-Vincent. Il pm Pasquale Longarini ha contestato loro il cambio, tra il 2008 e il 2010, di assegni postdatati per migliaia di euro, con commissione tra il 5% e il 10% mensile, quindi a tasso usuraio. La sentenza è arrivata poco dopo le 20.30, dopo oltre tre ore di camera di consiglio.

Il tribunale, presieduto dal giudice Massimo Scuffi (giudici a latere Paolo De Paola e Davide Paladino) ha inoltre disposto la confisca di beni per 149.331 euro nei confronti Nardi e di 1.450 euro nei confronti di Bocco, che è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, mentre Nardi per 5 anni. L'estorsione di cui era accusato Bocco fa riferimento alle presunte minacce telefoniche nei confronti di un cliente del Casinò che gli diede un assegno protestato (Bocco lo avrebbe minacciato di malmenarlo e di spaccargli l'auto). 

Nel capo d'imputazione a Nardi viene contestato di aver incassato assegni per circa 960.000 euro, a Bocco per circa 160.000 euro. Tuttavia il pm ha contestato l'usura soltanto per una parte di questi assegni, ovvero quelli postdatati, e non per quelli incassabili subito, considerati solo anticipazione di denaro. Le difese invece, come ha spiegato l'avvocato Corrado Bellora, hanno sottolineato, rifacendosi a una sentenza della Cassazione, che “il punto è che il tempo trascorso fino all'effettivo incasso dell'assegno non fa variare la commissione, quindi non c'è usura”. 

Il tribunale ha inoltre assolto “perché il fatto non sussiste” - su richiesta dello stesso pm Pasquale Longarini - gli imputati Emanuele Vitale, di 56 anni, di Rivalta di Torino, difeso dall'avvocato Corrado Bellora, e Massimo Fava, 52 anni, di Bassignana (Alessandria) assistito dall'avvocato Viviane Bellot. Entrambi erano accusati di ricettazione per aver versato assegni nell'interesse di Nardi. Vitale era imputato anche di usura.

aostacronaca.it - ansa-rava

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore