S'intitola "America" il nuovo film del regista Alessandro Stevanon. Un titolo che porterebbe lontano se non presentasse la storia vera di Giuseppe Bertuna, o meglio, Pino America, come lo chiamano tutti incontrandolo per le strade di Aosta. E' questo il suo palcoscenico, la vita il suo copione: la vita del "primario del reparto eternità", come ama definirsi, raccontata sottovoce in un cortometraggio garbato e dissacrante, drammatico e surreale. Una storia racchiusa in un “corto” per scelta tecnica, ma soprattutto stilistica in quanto metafora della vita stessa: breve e intensa, ma anche imprevedibile e improvvisa, come la morte. Quella vita che Pino America provoca con corna da vichingo e turpiloqui erotici. Quella morte che gli permette di tirare a campare e, con grande umanità, restituire dignità terrena a chi non lo racconterà mai.
Il cortometraggio è stato prodotto dallo stesso Stevanon con il sostegno della Film Commission Vallée d'Aoste e con la collaborazione di Nikon. Nella troupe, alcune giovani professionalità, tra cui: Raffaele D'Anello (Meat Beat Studio), Samuel Giudice e Fabrizio Falcomatà (Stopdown Studio), e la truccatrice Sara Franchina. Il montaggio è stato curato da Fabio Bianchini Pepegna, la fotografia è di Damiano Andreotti e la color correction di Orash Rahnema.
La produzione del film terminerà nel prossimo autunno.
DICHIARAZIONE DELL’AUTORE
"In "America" i confini tra finzione e documentario sono sottili, quasi osmotici.
Il film gioca su questa ambiguità di genere, così come su quella narrativa: le immagini a volte sottolineano il racconto, a volte se ne allontanano. Ambiguità e dualismi che diventano esistenziali nella storia di Pino America, personaggio surreale perennemente in bilico tra sogno e realtà.
Una storia racchiusa in un “corto” non solo per scelta tecnica, ma soprattutto stilistica in quanto metafora della vita stessa: breve e intensa, ma anche imprevedibile e improvvisa, come la morte. Quella vita che Pino America provoca con corna da vichingo e turpiloqui erotici. Quella morte che gli permette di tirare a campare e, con grande umanità, restituire dignità terrena a chi non lo racconterà mai."
Alessandro Stevanon
BIOGRAFIA GIUSEPPE BERTUNA
Negli anni ’50 la famiglia di Giuseppe parte dalla Sicilia: il padre, maresciallo delle Guardie Carcerarie, era stato trasferito ad Aosta, piccola cittadina ai piedi delle alpi.
Giuseppe è poco più che neonato e passa la sua infanzia fra le mura di un penitenziario per poi trasferirsi con la famiglia nelle case popolari alla periferia della città. E' un ragazzo inquieto e sensibile, ribelle e sognatore e nel ’73 parte per gli Stati Uniti. Ritorna dopo tre anni e del sogno americano non gli resta che il soprannome affibbiatogli dagli amici del bar: Pino America.
Da più di trent’anni si prende cura degli “ex ammalati” in qualità di primario del reparto eternità.
Uno spirito anarchico a cui la vita ha tarpato le ali, ma che, grazie a i suoi sogni di bambino, continua a volare, mischiando maschera e volto, saggezza, arte e follia.













