“Quella pistola non è mia, e non si chi l’abbia portata nel mio locale”. Così Domenico Pola, 57 anni, ingegnere di Cervinia, ha sempre negato la propria responsabilità per quel revolver calibro 38 munito di silenziatore artigianale, scoperto dai carabinieri nel maggio del 2012 durante un blitz antiprostituzione nel club privé ‘Lap Dance’ a Cervinia, di cui Pola era presidente.
Nell’udienza celebrata venerdì scorso, il giudice monocratico del tribunale di Aosta ha accolto la tesi difensiva dell’ingegnere, assistito dall’avvocato aostano Massimo Balì, e lo ha assolto dall’accusa di detenzione abusiva di arma da fuoco modificata. Non è stato infatti possibile accertare se realmente la pistola fosse nella disponibilità di Pola o di altri soci o dipendenti del circolo.
L’ingegnere resta comunque imputato, insieme ad altre due persone, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione; il processo dovrebbe essere celebrato a breve.