Droga spacciata a coetanei come se fosse un gioco innocuo, senza conseguenze. E una madre che - all'insaputa del marito - per vendere lo stupefacente si serviva del figlio non ancora quattordicenne, perché impunibile.
E' quanto hanno raccontato i carabinieri della Compagnia di Chatillon/Saint-Vincent ai cronisti sullìoperazione che ha permesso di smantellare - secondo gli inquirenti - un sodalizio di giovanissimi spacciatori di hashish, marijuana ed eroina nella valle del Lys. Ed è di Gressoney la casalinga sposata di 46 anni arrestata dai carabinieri con l'accusa di detenzione e spaccio e che si serviva del proprio figlio, poco più che bambino, per vendere la droga. Le indagini dei militari dell'Arma hanno accertato che il coniuge era completamente estraneo all'attività di spaccio.
A rifornire la gressonara di modiche quantita' di droghe, per lo piu' leggere, era un valdostano, che e' stato denunciato a piede libero. La donna si trova ora in carcere a Torino, in attesa della convalida dell'arresto. Per cinque giovani denunciati (tra i quali due minorenni e una ragazza) lo spaccio di stupefaceni "era preso come un gioco, che pero' si e' tramutato in reato'', ha detto il capitano Enzo Molinari, al comando della Compagnia di Chatillon. ''Neanche la donna - ha aggiunto Molinari - si era subito resa conto della gravità dell'accaduto''.
I cinque denunciati frequentavano le scuole medie di Gressoney e le scuole superiori di Pont-Saint-Martin, ''entrambe estranee all'attivita' di spaccio'', ha sottolineato il tenente colonnello Cesare Lenti. La vendita e il consumo avveniva per lo piu' in casa e nei boschi dei comuni della Valle del Lys.
Le indagini sono iniziate a ottobre con un'attivita' informativa, seguita da interrogatori in caserma dei minori accompagnati dai genitori (che hanno collaborato) e dalle perquisizioni domiciliari.