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Chez Nous | 21 marzo 2020, 15:41

Dino&Augusto

Dino&Augusto

Non è un rimpianto. E’ una constatazione. La Valle d’Aosta è priva di un capovoga. Quando manca il capovoga che batte il tempo ai rematori delle imbarcazioni a remi, è il vogatore di dritta del primo banco, sul quale devono regolare il ritmo tutti gli altri vogatori. Se il ritmo è a fasi alterne la barca procede come gli ubriachi a piedi. Se poi gli ubriachiche sono tanto ubriachi allora si siedono su una panchina e aspettano che passi la sbronza. Nel frattempo il mondo cammina e chi sta seduto in poltrona dovrà poi ricorrere se ha abbastanza fiato. Una metafora che non deve offendere nessuno ma che bene descrive lo stato dell’arte.

Nonostante gli insegnamenti giunti dalle altre regioni La Valle d’Aosta pare ferma. Ferma perché chi dovrebbe decidere è ostaggio della burocrazia. Il ritardo nella nomina di tre commissari per far fronte alla crisi sanitaria, economica e amministrativa è sotto gli occhi di tutti. Ognuno vuole continuare a coltivare il suo orticello nonostante stia per essere divorato dalle fiamme.

I nostri poltichini non hanno capito che in un momento di emergenza devono fare un passo a lato per lasciar spazio agli esperti e dai tecnici come fece l’allora Presidente della Regione, Dino Vierin, in occasione dell’alluvione diede carta bianca a Lorenzo Chantre.

In un momento come quello che stiamo vivendo ci vorrebbe il tanto vituperato decisionismi di Augusto Rollandin. In un momento come questo si devono chiamare a raccolta tutte le energie positive.

In un mese di coronavirus qualcuno ha sentito un intervento dei nostri parlamentari anche solo per far le condoglianze per i poveri morti o per incoraggiare il nostro personale sanitario che sta facendo miracoli?

Nonostante l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, che non è pericolosissima ma che inquieta e richiede calma e lucidità di manovra,la politichetta valdostana tentennare ed aspetta che Dio veda e provveda.

Quando sono scoppiati i primissimi casi di coronavirus abbiamo dormito, anzi abbiamo invitato i turisti a venire in Valle d’Aosta e così ci siamo contagiati alla grande. Si è tardato a chiudere gli impianti funiviari e così la bestia nera ha colpito con facilità come si centrano i pacchetti di wafer al tiro a segno del luna park. Ma la Valle d’Aosta non è un luna park anche se troppi politichini pensavano di essere sull’autoscontro dove il divertimento è l’essere tutti contro tutti.

E dai tempi di Rollandin, ovvero dai tempi dei resposabili ovvero dai tempi dei seguaci latorriani ovvero dal 2016 il Consiglio Valle è diventato un autoscontro rimasto aperto fino ai giorni nostri e che nonostante il coronavirus continua a far divertire i politichini.

E lunedì ne vedremo un’altra: il Presidente della Giunta non eletto sarà messo in minoranza perché non vuole nominare i commissari che servono, a mno che non ci ripensi.

Da circa una settimana tutti chiedono al Presidente Renzo Testolin e all’Assessore Baccega di nominare un commissario; per Aostacronaca ne servono tre e lo abbiamo già scritto. Lo chiedono le opposizioni; lo chiedono i consiglieri di maggioranza tra i quali Erik Lavevaz che è stato il gran cerimoniere della crisi politica in cui è precipitata la Valle prima dell’arrivo del coronavirus. Lo chiedono gli assessori di Alliance.

E' fuori discussione che la nomina del coordinatore sanitario Montagnani sia stata positiva , ma non è sufficiente per gestire l’enorme mole di lavoro che oggi c’è da affrontare. Il Piemonte pochi giorni fa, consapevole della velocità con la quale il virus continua il suo contagio, ha nominato un commissario per migliorare l’efficacia della organizzazione necessaria a dare una risposta. Prima ancora lo ha fatto la Lombardia.

Il nostro capovoga non riesce a dare il tempo. Nominare un commissario non vuol dire sconfessare il lavoro fino ad ora fatto, ma piuttosto rendersi conto che è necessario dare un ulteriore supporto di competenza per migliorare la risposta è condividere le responsabilità. E tutto ciò per migliorare anche l’informazione e la comunicazione nei confronti della popolazione, ma anche per assumere decisioni draconiane senza guardare in faccia burocrati e boiardi.

Basta conferenze del Presidente e dell’Assessore per leggerci il bolettino di guerra dei morti e contagiati fatti da coronavirus anche per la lentezza delle decisioni. Oppure sentire dirigenti sanitari che si lamentano che mancano le mascherine. Dovrebbero spiegarci, invece, da quando hanno iniziato a cercarle.

Si può lavorare, e tanti lo stanno facendo, senza apparire ogni giorno in conferenza stampa.

Ma soprattutto la politica deve occuparsi del dopo coronavirus quando conteremo i morti, le aziende che chiudono, i disoccupati, i depressi. Per l’emergenza lasciate fare ai Commissari.

I politichini se hanno un briciolo di orgoglio e se vogliono il bene della Valle pensino oggi per allora al dopo coronavirus che sarà, se possibile peggio dell’epidemia che ci sta distruggendo.

E’ paradossale che oggi, gli stessi che erano insofferenti per il decisionismo di Augusto Rollandin e la determinazione di Dino Vierin, due tra i più longevi presidenti della Regione li rimpiangano. Invece di continuare ad addossare le responsabilità all’uno o all’altro fate vedere che avete idee e progetti. Visto che le elezioni saranno rinviate. Avete tempo fino all’autunno per farvi spiegare cosa fare da Dino e Augusto.  Dimostrate di che pasta siete fatti.

P.S: La politica valdostana è quella che è e il coronavirus ce lo ha ribadito. Peccato.  Avrebbe davvero potuto e dovuto dimostrare di essere diversa, di essere cambiata, di essere all’altezza di una emergenza sanitaria in una Regione che avrebbe potuto dimostrare di possedere una vera e affidabile classe dirigente. Il coronavirus prima o poi sarà sconfitto, i politichini pare proprio di no.

piero.minuzzo@gmail.com

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