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CRONACA | 06 febbraio 2020, 18:38

Tentato omicidio macellaio Ferré; per perito accusa aggressore è Lale Demoz

Camillo Lale Demoz

Camillo Lale Demoz

Sono 'da proiezione', e non 'da contatto', le tracce ematiche del macellaio di Charvensod, Olindo Ferré, di 68 anni, trovate sugli indumenti dell'impresario di Quart Camillo Lale Demoz (75). E' uno degli aspetti emersi dalla relazione del medico biologo Paolo Garofano, consulente della procura di Aosta nel processo con rito abbreviato sul tentato omicidio del macellaio, avvenuto il primo ottobre 2018, in un magazzino nel paese dell'imputato. Nella scorsa udienza, il 15 gennaio, il perito della difesa, il biologo Marzio Capra, aveva invece sostenuto che il sangue di Ferré non era stato trovato sui vestiti di Lale Demoz, ma solo sulle sue scarpe e sull'orlo dei pantaloni: a dimostrare il "calpestamento di una gorga di sangue", formatasi quindi in un momento successivo all'aggressione. Non c'era invece traccia degli schizzi sugli abiti, nonostante le "tracce di sangue fino a tre metri di distanza dal luogo di rinvenimento del corpo e fino a 1,80 di altezza" segnalate dalla polizia scientifica. In base a questa tesi non avrebbe quindi potuto essere stato Lale Demoz l'autore dell'aggressione.


Stamane, davanti al gup di Aosta Davide Paladino, Garofano ha inoltre spiegato le procedure utilizzate per l'analisi delle tracce ematiche. In base alle indagini coordinate dal pm Eugenia Menichetti, Lale Demoz aveva aggredito il macellaio con il manico di una zappa, al culmine di una lite fomentata dall'alcol. La discussione del processo è fissata per il prossimo 3 marzo. 



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