Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Aosta ha concluso le indagini contabili delegate dalla Procura regionale della Corte dei Conti nei confronti della Cioccolato Valle d'Aosta, l'azienda del gruppo turco Captain Gida nata nel 2016 che aveva rilevato la ex Feletti di Pont-Saint-Martin, ottenendo un mutuo regionale da quattro milioni di euro concesso ed erogato da Finaosta.
L'invito a dedurre della magistratura contabile per ipotesi di danno erariale dovrebbe essere rivolto nell'ipotesi della Guardia di finanza al direttore di Finaosta, Giuseppe Cilea (nella foto), al presidente della finanziaria all'epoca del finanziamento, ovvero Massimo Leveque (foto in basso).
L'inchiesta riguarda, anche, deliberazioni del Cda di Finaosta del quale, all'epoca, facevano parte anche Nicola Rosset e Francesco Parenti; segnalati dalle Fiamme Gialle Roberto Francesconi, in qualità di vicedirettore generale della vicedirezione investimenti, Mirko Agostini, tecnico istruttore della direzione istruttoria e controllo. Non sono quindi coinvolti responsabili della società turca).
Gli industriali turchi erano venuti in Valle, e più precisamente a Pont Saint Martin per rilevare la ex Feletti: costituirono una società per azioni nell’aprile 2016 composta tre soci, fallita nel gennaio 2019. Nello stabilimento, che praticamente non produsse mai il cioccolato, furono installati pochi macchinari e funse più che altro da magazzino. L'attività investigativa dei finanzieri coordinati dal tenente colonnello Piergiuseppe Cananzi ha riguardato la procedura di concessione del finanziamento milionario sotto forma di mutuo ipotecario nonché il suo utilizzo da parte della società 'Cioccolato Valle d'Aosta'.
E' emerso come la finanziaria regionale abbia omesso di compiere una corretta e approfondita analisi istruttoria della richiesta di finanziamento, valutandone positivamente l'esito con la concessione di due mutui ipotecari, rispettivamente di 3,5 milioni di euro e di altr 500.000 euro sulla base di garanzie aleatorie e di un business plan del tutto inattendibile, elementi che avrebbero inevitabilmente dovuto portare al rigetto dell’istanza.
Le Fiamme Gialle hanno pertanto segnalato alla Corte dei conti i vertici e quattro funzionari della Finaosta, ritenuti responsabili del danno erariale arrecato, quantificato in 3.847.619,53 euro corrispondente all’entità dei due mutui concessi, diminuiti delle sole due rate onorate dalla società fallita.