Operazione Geenna: Mongerod, responsabile sicurezza Regione 'nessun tramite, io faccio il mio lavoro'
"Le indagini dovevano essere fatte e l'operato degli inquirenti non si mette in discussione, ci mancherebbe. Ma io a passare da 'tramite' tra un presunto 'ndranghetista e il Presidente della Giunta quale che sia, proprio non ci sto...". Così Gianni Mongerod, funzionario regionale responsabile della sicurezza interna a Palazzo regionale e militante dell'Uv (era candidato alle scorse elezioni regionali), replica alle notizie diffusesi oggi secondo le quali il gip del tribunale di Torino Silvia Salvadori, nell'ordinanza di custodia dell'operazione antindrangheta Geenna della DDa di Torino, lo definisce "tramite per consentire a Marco Di Donato (uno degli arrestati con l'accusa di associazione mafiosa ndr) di arrivare a contattare l'allora Presidente della Giunta, Augusto Rollandin".
Mongerod non risulta indagato in questo né in altri procedimenti. "Io ho solo e sempre svolto il mio lavoro - sottolinea - ovvero quello di coordinamento, controllo e supervisione della sicurezza all'interno e nell'immediato esterno delle mura del Palazzo. Sono forse un 'filtro' per chi vuole accedere agli uffici della Presidenza, ma certo non un 'tramite'. La verifica delle condizioni per l'accesso al Presidente della Giunta rientra nelle mie competenze".
Mongerod non nega il fatto che "la mia militanza nell'Union Valdotaine potesse indurre qualcuno a ritenermi una sorta di 'via facile' per poter parlare con Augusto Rollandin, ma questo non fa di me un complice di chissà quali dinamiche occulte. Ho svolto il mio ruolo quando era Presidente Rollandin, quando lo è stato Marquis, poi Spelgatti e ora Fosson e continuerò a svolgerlo".