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POLITICA | 10 marzo 2015, 15:31

ELEZIONI: Aosta; Fulvio Centoz candidato sindaco, primo sì di Stella Alpina

Ancora un rinvio per l'elezione del Presidente del Consiglio. Marco Vierin continuerà a presiedere l'Assemblea regionale fino al termine dei processi per le spese pazze dei gruppi

Raimondo Donzel (dx) con Fulvio Centoz in una foto di repertorio

Raimondo Donzel (dx) con Fulvio Centoz in una foto di repertorio

Nel pomeriggio di martedì 10 marzo si è riunito in conclave del tripartito Uv, Stella alpina e Pd per designare il candidato sindaco della coalizione autonomista-progressista al Comune di Aosta.

In serata il Coordinamento politico della Stella Alpina sentita la relazione del Presidente, Maurizio Martin, all’unanimità ha approvato l’accordo raggiunto al Comune di Aosta tra Union Valdôtaine, Partito Democratico e Stella Alpina con candidato sindaco un rappresentante del Pd.

"Il Coordinamento -  si legge in una nota - ha inoltre auspicato che la coalizione comprenda quelle forze che condividono la necessità di ricreare nuove risorse valorizzando quanto già sviluppato dalle precedenti amministrazioni e adeguando le attività ed i nuovi progetti alle esigenze della cittadinanza con particolare riguardo alle fasce più deboli, ai giovani ed agli anziani. ha infine condiviso la necessità di proseguire, in accordo con l’Uv, il dialogo in essere con il Pd, per giungere quanto prima al consolidamento della maggioranza regionale".

Nelle ultime ore era circolato anche il nome di Titti Forcellati, ma alla fine la scelta è caduta sul segretario del Pd, Fulvio Centoz. Uno dei più entusiasti sostenitori è proprio Raimondo Donzel, capogruppo in Consiglio Valle, che solo qualche mese fa, al congresso dell'Uvp, si era autosospeso dal partito (con Carmela Fontana ndr), per contestare proprio Fulvio Centoz che aveva fatto un'apertura al dialogo con Uv e Stella alpina. Due gli obiettivi del Pd con la candidatura di Centoz: togliersi dai piedi un potenziale pretendente alle prossime elezioni regionali; tornare alla guida del comune di Aosta.

Fuvio Centoz è un giovane che può rappresentare l'avvio di una fase di rinnovamento; per contro rappresenta la continuità degli interessi di bottega e rischia di essere ostaggio della vecchia politica. Il Pd ha perso una grande occasione; avrebbe potuto candidare Titti Forcellati (nella foto a lato). Una donna fuori dalla bottega, all'altezza della situazione, che conosce la macchina amministrativa per i suoi trascorsi di consigliere comunale di Aosta, particolarmente inserita nel mondo sociale e quindi tutti i giorni a contatto con le povertà, i disagi, le diseguaglianze. Titti Forcellati sarebbe stata una candidata sindaco che avrebbe saputo stare in tv e parlare alla gente. Il Pd, come avviene nel resto d'Italia ha preteso di paracadutare su Aosta un candidato di un'altro comune. Si vedrà come reagiranno gli elettori.

Nulla di fatto, invece, per l'elezione del Presidente del Consiglio. O meglio è stato deciso tutto. L'assemblea continuerà ad essere presieduta da Marco Vierin (presidente dimissionario ndr) fino a quando non sarà concluso il processo per le spese pazze dei gruppi che vede sul banco degli imputati ben otto consiglieri regionali: Marco Vierin e André Laniece (Stella alpina), Ego Perron e Leonardo La Torre (Uv), Carmela Fontana e Raimondo Donzel (Pd), Chantal Certan, Patrizia Morelli e Albert Chatrian (Alpe). Il rinvio dell'elezione del presidente è dovuta al fatto che il Pd non trova al suo interno la quadratura del cerchio. E' pur vero che Donzel sarebbe stato disposto ad assumere la Presidenza a termine in attesa di definire la sua posizione processuale, ma la Stella alpina ha chiesto perché Marco Vierin si è dimesso anche se la sua  posizione è identica a quella di Donzel.

Il candidato naturale poteva essere Jean-Pierre Guichardaz. Ma non è iscritto al partito.E poi, in caso di decadenza di Donzel e Fontana la sinistra-sinistra del Pd entrerebbe in Consiglio con Andrea Padovan, secondo escluso dopo Orfeo Cout che, invece, è dell'ala moderata.

Una situazione tanto ingarbugliata che in alcune sezione dell'Uv c'è grande malumore per l'alleanza con un Pd che non è in grado di garantire i voti in Regione. Tanto più dopo che Leonardo La Torre è tornato ad essere critico con l'Uv e quindi, nella sostanza, renderebbe inutile l'ingresso del Pd in una maggioranza che prende voti da una parte e li perde dall'altra.

p.m.

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