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CRONACA | 14 settembre 2025, 12:20

Non svendete la Dora: nasce l’idea di un parco fluviale

Legambiente e Dora Baltea Viva preparano una proposta alla Regione per ampliare la riserva Marais di Morgex e istituire un parco fluviale, contro il progetto idroelettrico di Cva. Il fiume come risorsa di biodiversità, turismo e comunità

Foto tratte dal sito web www.dorabalteaviva.com

Foto tratte dal sito web www.dorabalteaviva.com

Dopo le elezioni regionali e comunali, il confronto sul futuro della Dora Baltea entra nel vivo. Legambiente e il gruppo Dora Baltea Viva annunciano la presentazione alla Regione Valle d’Aosta di una proposta congiunta: l’ampliamento della riserva regionale Marais di Morgex e la creazione di un vero e proprio parco fluviale, destinato a tutelare e valorizzare il tratto compreso tra Pré-Saint-Didier e Morgex.

Una mossa che arriva in risposta al progetto idroelettrico presentato da Cva, assoggettato a procedura di Via, e che prevede opere di presa, gallerie di derivazione e una centrale in caverna. Un intervento che, secondo ambientalisti e professionisti del fiume, rischia di compromettere in modo irreversibile l’equilibrio dell’ecosistema e la vitalità stessa della Dora.

«L’iniziativa – spiega Rosetta Bertolin di Legambiente – nasce dopo che è stato presentato da Cva un progetto di utilizzo del tratto di Dora compreso tra Pré-Saint-Didier e Morgex a scopo idroelettrico. Noi riteniamo che sarebbe un danno per la riserva naturale di Marais, oltre al fatto che non ci sarebbe più acqua a sufficienza per gli sport fluviali».

Un allarme condiviso da Emanuele Bernasconi, portavoce di Dora Baltea Viva: «È fondamentale preservare e conservare il fiume, che deve essere valorizzato, non solo per fare rafting, ma anche a livello turistico. Se limitiamo le esperienze, un territorio vale meno di un altro. Per noi è importante realizzare un’area attrezzata lungo il fiume, che venga mantenuta e valorizzata».

Il progetto di parco fluviale non si limita a un “no” all’idroelettrico. È una visione di sviluppo territoriale che coniuga tutela ambientale e turismo sostenibile, rafforzando l’identità locale e creando nuove opportunità economiche.

La Dora Baltea, spesso definita il “Colorado d’Europa” per la qualità delle sue rapide estive, richiama ogni anno centinaia di appassionati di rafting e kayak. Limitare il flusso del fiume significherebbe, secondo gli oppositori, privare la Valle d’Aosta di una delle sue attrattive naturali più riconosciute a livello internazionale.

Il parco fluviale, invece, punta a un approccio inclusivo: aree attrezzate, fruizione consapevole, valorizzazione culturale e turistica. «La creazione di un’area tutelata – osserva ancora Bernasconi – può diventare un’occasione per dare lavoro, incentivare l’indotto turistico e trasformare il fiume in un elemento di coesione sociale».

Già lo scorso luglio, a Morgex, un incontro pubblico aveva raccolto la voce di una cinquantina di guide di rafting, titolari di basi e appassionati di sport fluviali, che avevano lanciato l’allarme sui rischi di un’opera di grande impatto.

Il progetto Cva, infatti, prevede una serie di interventi imponenti: sbarramenti, gallerie di derivazione lunghe oltre 2 chilometri, una centrale sotterranea e 70.000 metri cubi di materiale da scavo da movimentare. Oltre agli effetti sull’ecosistema, i contrari denunciano gli anni di cantieri e il passaggio di migliaia di camion sulle strade interne della Valdigne.

La proposta Legambiente–Dora Baltea Viva segna un punto di svolta: trasformare un conflitto ambientale in progetto di comunità. Non solo proteggere il fiume, ma farne il perno di un modello di sviluppo che guardi al futuro della Valle d’Aosta.

«Chiediamo alla Regione – conclude Bertolin – di ascoltare la voce di chi vive il territorio, di chi lo ama e lo rispetta. La Dora non può essere ridotta a una condotta sotterranea: è un bene comune che appartiene a tutti».

La partita ora si gioca a Palazzo regionale, dove la nuova maggioranza dovrà decidere se sostenere il progetto idroelettrico di Cva o se aprire la strada al parco fluviale. Una scelta che dirà molto sulla direzione di sviluppo che la Valle vuole intraprendere.

je.fe.

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