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ATTUALITÀ POLITICA | 12 agosto 2025, 12:34

Marco Gheller, assessore assessore uscente alla cultura di Saint-Christophe, sarà candidato ad Aosta

Alla vigilia della conclusione della legislatura comunale, Marco Gheller traccia un bilancio della sua esperienza come assessore alla Cultura e Istruzione di Saint-Christophe

Marco Gheller

Marco Gheller

Cinque anni di sfide, ma anche di risultati concreti e tangibili, con progetti significativi su scuola, mensa, cultura e biblioteca. Gheller, che ora si prepara a candidarsi alle elezioni comunali di Aosta con l’Union Valdôtaine, riflette su un modo di fare politica ancora poco diffuso in Valle d’Aosta: presentarsi agli elettori con un reale pacchetto di opere e servizi realizzati.
La legislatura sta per concludersi, è giusto fare un bilancio. Come giudichi questi cinque anni da assessore alla Cultura e Istruzione?
«Sono stati cinque anni estremamente sfidanti e, credo, ricchi di risultati. Ho avuto l'opportunità di realizzare tanti progetti, cercando di dare concretezza e durabilità alle idee che avevamo proposto ai cittadini. Ho messo la faccia, mi sono assunto le responsabilità in prima persona, e penso che questo sia un modo corretto di fare politica.»

Quali sono stati i dossier più impegnativi di questo mandato?
«Senza dubbio scuola e mensa sono stati due tra i temi più complessi. Abbiamo ammodernato la scuola di Pallein, rifatto due aree gioco a Bret e rinnovato completamente banchi e sedie nei due plessi scolastici. Sul fronte mensa, abbiamo garantito un servizio di qualità riconosciuta dalla maggioranza della popolazione, mantenendo il prezzo stabile e accessibile nonostante gli investimenti crescenti.»

Un’altra novità importante è stata il servizio pre e dopo scuola, giusto?
«Esatto. Insieme alle famiglie abbiamo ideato e realizzato questo servizio che prima mancava. È stato molto apprezzato perché oltre a essere economico è vitale per molte famiglie che necessitano di un supporto flessibile nell’organizzazione quotidiana.»

Parliamo della parte culturale: cosa ha significato per Saint-Christophe la gestione della biblioteca e le attività culturali?
«La biblioteca è stato un vero e proprio fiore all’occhiello per il Comune. Grazie al comitato di gestione e agli investimenti fatti, abbiamo completamente ristrutturato gli spazi rendendoli accoglienti e funzionali. La biblioteca ha ospitato tantissimi eventi, conferenze e progetti culturali, con risultati tangibili. Anche il progetto innovativo del Drive-In ne è un esempio, ampliando l’offerta culturale del territorio.»

In Valle d’Aosta non è così consueto che gli amministratori si mettano in gioco presentandosi con un pacchetto di risultati concreti e misurabili. Qual è, secondo te, il valore aggiunto di presentarsi agli elettori con un bilancio di cose fatte? 
« Penso sia una dote importante, perché significa rispetto per gli elettori e responsabilità verso la comunità. Troppe volte la politica si basa su promesse vaghe o generiche, invece serve mostrare fatti, progetti realizzati e servizi migliorati.»

Ora ti candidi alle elezioni comunali ad aosta con l’Union Valdôtaine: che contributo vuoi portare a livello comunale?
«Dopo quindici anni di esperienza amministrativa, di cui cinque da assessore, sento di poter portare al Consiglio del capoluogo una visione concreta e radicata sul territorio. Vorrei mettere a frutto il lavoro fatto in questi anni e migliorare la vita della comunità, in particolareb delle nuove generazioni e delle famiglie.»

Quali sono le altre esperienze e competenze che ti accompagnano in questo nuovo passo?
«Attualmente sono presidente della Fondation Chanoux e coordinatore della cooperativa La Libellula. Ho una laurea in giurisprudenza e un master in scienze politiche. Credo che tutto questo mi dia una preparazione solida per affrontare le sfide del comune di Aosta.»

Un’ultima domanda: che consiglio daresti agli amministratori valdostani che stanno per concludere il loro mandato?
«Di avere il coraggio di raccontare quello che hanno fatto, di metterci la faccia e di portare in campo risultati concreti. È l’unico modo per guadagnare credibilità e per mantenere vivo il rapporto con i cittadini. La politica deve tornare a essere un atto di servizio vero, non solo parole.»

pi.mi.

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