Di Marco Mancini - ACI Stampa
“Oggi è la grande festa della Chiesa di Roma, generata dalla testimonianza degli Apostoli Pietro e Paolo e fecondata dal loro sangue e da quello di molti altri martiri. Anche ai nostri giorni, in tutto il mondo, vi sono cristiani che il Vangelo rende generosi e audaci persino a prezzo della vita”. Lo ha ricordato il Papa, stamane, introducendo l’Angelus.
“Esiste – ha aggiunto Leone XIV - un ecumenismo del sangue, una invisibile e profonda unità fra le Chiese cristiane, che pure non vivono ancora tra loro la comunione piena e visibile. Voglio pertanto confermare in questa festa solenne che il mio servizio episcopale è servizio all’unità e che la Chiesa di Roma è impegnata dal sangue dei Santi Pietro e Paolo a servire la comunione tra tutte le Chiese”.
“Chi segue Gesù – ha proseguito Papa Leone - si trova a camminare sulla via delle Beatitudini, dove la povertà di spirito, la mitezza, la misericordia, la fame e la sete di giustizia, l’operare per la pace trovano opposizione e anche persecuzione. Eppure, la gloria di Dio brilla nei suoi amici e lungo il cammino li plasma, di conversione in conversione. Sulle tombe degli Apostoli, meta millenaria di pellegrinaggio, anche noi scopriamo che possiamo vivere di conversione in conversione”.
La grandezza di Pietro e Paolo nonostante peccati e contraddizioni “è stata modellata dal perdono. Il Risorto, più di una volta, è andato a prenderli per rimetterli sul suo cammino. Gesù non chiama mai una volta sola. È per questo che tutti possiamo sempre sperare, come ci ricorda anche il Giubileo. L’unità nella Chiesa e fra le Chiese si nutre di perdono e di reciproca fiducia”.
Dopo aver recitato la preghiera mariana, il Papa ha pregato per le vittime di un liceo nella Repubblica Centrafricana e poi ha saluto in particolare i romani: “un pensiero carico di affetto voglio mandarlo ai parroci e a tutti i sacerdoti che lavorano nelle parrocchie romane con riconoscenza e incoraggiamento per il loro servizio”. Poi il grazie per quanti hanno contribuito con le donazioni all’Obolo di San Pietro, la preghiera per il popolo ucraino e “perché dovunque tacciano le armi e si lavori per la pace attraverso il dialogo”.