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Chez Nous | 22 novembre 2024, 08:00

Pensionati da macello

I “pensionati di mezzo”, che in passato hanno sostenuto l’economia del paese con il loro lavoro e le loro tasse, ora sono ridotti a essere la carne da macello di un sistema che li ha dimenticati

Pensionati da macello

Governo centrale sembra aver deciso che, nel nuovo scenario economico del paese, i pensionati sono i capri espiatori perfetti, sacrificabili per alimentare il benessere di pochi privilegiati. Mentre vengono elargiti aumenti ridicoli e ben lontani dalla necessità delle fasce deboli, compreso l'esiguo incremento delle pensioni sociali destinato a chi già vive in condizioni di indigenza, i veri beneficiari delle politiche governative continuano ad essere coloro che hanno le tasche più piene: i ricchi e gli evasori fiscali. Questi ultimi, grazie a condoni e concordati anticipati, vedono alleggerirsi il loro peso fiscale, mentre chi guadagna onestamente è costretto a subire l'ennesimo giro di vite.

I pensionati, quelli che si trovano in quella fascia intermedia con un reddito netto attorno ai 2.000 euro, sono ormai stati dimenticati, abbandonati al proprio destino di miseria crescente. Il loro potere d’acquisto è inesorabilmente eroso, incapace di fronteggiare l'incremento dei costi della vita e le nuove imposte che continuano a fioccare. È risaputo che il Governo ha pensato bene di aumentare il bollo auto, l’IRPEF e persino il canone RAI, tutto senza scrupoli e senza alcuna preoccupazione per le reali difficoltà quotidiane di chi ha costruito la propria pensione con anni di lavoro onesto. La tanto celebrata "redistribuzione della ricchezza" non è mai stata più distante dalla realtà.

Ma non è finita qui. In un paese dove il sistema sanitario pubblico sta affondando sotto il peso dei tagli e dell'inefficienza, i pensionati sono costretti a rinunciare alle cure, a limitarsi a terapie di base, mentre la sanità privata, ormai sempre più inaccessibile per le persone con pensioni medio-basse, cresce come una nuova élite per pochi privilegiati. Gli anziani, che hanno dato una vita intera alla nazione, si trovano a dover scegliere tra rinunciare alla salute o subire interminabili attese nel sistema pubblico, che ormai vive di lunghe file, incertezze e disorganizzazione. Il risultato? Tempi d’attesa biblici per visite mediche e terapie, che li costringono a un’agonia di sofferenze inutili, solo per non poter accedere a un sistema che dovrebbe essere al servizio di tutti.

Nel frattempo, il Governo sembra più preoccupato di trovare soluzioni a favore delle categorie più ricche, con provvedimenti come condoni fiscali e concordati anticipati per i liberi professionisti che, in questo modo, continuano a farla franca, mentre chi lavora in modo onesto paga il prezzo delle proprie responsabilità fiscali. È una situazione paradossale: i “pensionati di mezzo”, che in passato hanno sostenuto l’economia del paese con il loro lavoro e le loro tasse, ora sono ridotti a essere la carne da macello di un sistema che li ha dimenticati.

Mentre la politica si riempie la bocca di parole di speranza, la realtà è ben altra: i pensionati sono sempre più poveri, sempre più isolati, sempre più trascurati. Il Governo ha scelto di voltarsi dall’altra parte, di ignorare chi ha contribuito a costruire questo paese, e di riservare attenzione solo a chi ha già tutto. Il paese, in questo modo, diventa sempre più ingiusto, con una crescente disuguaglianza che divide sempre di più la società tra chi ha e chi non ha nulla.

piero.minuzzo@gmail.com

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