Il 16 ottobre 150 paesi in tutto il mondo celebrano la Giornata mondiale dell’alimentazione per sensibilizzare l’opinione pubblica verso la costruzione di un futuro alimentare sostenibile. La scelta della data vuole ricordare l’anniversario di fondazione della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, avvenuta appunto il 16 ottobre 1945. Il tema di quest’anno, incentrato sul “diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”, evidenzia che la corretta alimentazione è – insieme all’aria e all’acqua – un diritto fondamentale e universale.
Un diritto universale
Tutti dovrebbero avere accesso al cibo, ma centinaia di milioni di persone sono ridotte alla fame a causa di conflitti armati, ricorrenti shock climatici e crisi economiche. La Giornata 2024 rimarca la necessità per tutti di disporre di una varietà di prodotti nutrienti, a prezzi accessibili, sicuri e sostenibili per garantire a tutti il cibo più adatto per crescere e vivere una vita attiva. Se è vero che alcune scelte alimentari dipendono da fattori culturali e geografici, la scelta di cosa mettere a tavola in molti casi è determinata da due fattori: il costo e la reperibilità.
La fame, un dramma globale
Per la Fao circa 2,8 miliardi di persone non sono in grado di seguire una sana alimentazione. Questo nonostante la quantità mondiale di cibo prodotta in agricoltura sia addirittura superiore al fabbisogno dell’intera popolazione del pianeta. Sempre secondo i dati Fao 733 milioni di persone, per lo più le fasce di agricoltori più poveri, soffrono la fame per le guerre e le crisi economiche. Nell’ultimo report globale sulle crisi alimentari si legge che nel 2023 circa 282 milioni di persone in 59 paesi e territori hanno sofferto di fame acuta – un aumento mondiale di 24 milioni rispetto all’anno precedente. Le cause: inasprimento dei conflitti armati e aumento di eventi climatici estremi, che accentuano la fragilità del territorio e le difficoltà nelle zone rurali, spingendo molti ad abbandonare le proprie case. Tutto ciò ha prodotto un peggioramento della malnutrizione acuta in particolare tra le donne e i bambini.
Obesità, un fenomeno mondiale
Troppo poco cibo, troppo cibo o, meglio, troppo cibo spazzatura. Il rovescio della medaglia di una cattiva alimentazione è l’obesità. Il tasso di persone obese nel mondo continua a salire: gli ultimi numeri parlano di 821 milioni di persone e un bambino in sovrappeso sarà condannato ad una cattiva salute da adulto e ad una vecchiaia difficile. Non si tratta solo di un problema dei paesi ricchi. Nel mondo, infatti, sottolinea l’Organizzazione, si consumano sempre più alimenti industriali, estremamente lavorati che contengono poco nutrimento ma molti grassi, zucchero, sale e additivi chimici.
Cosa fare
Ciascun cittadino può offrire il proprio contributo per promuovere il diritto al cibo, tenendo presente alcune indicazioni chiave, come sostenibilità e diversificazione dei consumi nel rispetto della biodiversità e sicurezza. Bastano semplici accorgimenti, come pianificare i pasti per ridurre gli sprechi alimentari o compostare l’organico. Variare la dieta con prodotti locali di stagione e imparare a leggere bene le etichette per conoscere gli ingredienti, evitando quelli dannosi per la salute, così da seguire un regime equilibrato.