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Salute in Valle d'Aosta | 10 ottobre 2024, 13:27

Intervista all’Assessore Carlo Marzi sul Progetto “Youngle”

Gli adolescenti si sentono più a loro agio a parlare con coetanei che comprendono le loro esperienze

Caelo Marzi

Caelo Marzi

In occasione della recente presentazione del progetto “Youngle”, abbiamo avuto il privilegio di intervistare l’Assessore alla Sanità Carlo Marzi. Questo innovativo servizio di ascolto e counseling, dedicato agli adolescenti e gestito da coetanei con la supervisione di professionisti, si propone di affrontare le sfide emotive e relazionali che i giovani vivono quotidianamente. Durante l'intervista, l’Assessore ha condiviso la visione e gli obiettivi di “Youngle”, evidenziando l'importanza della peer education e il ruolo fondamentale della prevenzione nella salute mentale giovanile. Scopriamo insieme i dettagli di questa iniziativa rivoluzionaria e il suo impatto atteso sulla comunità.

Ieri è stata presentata l'iniziativa “Youngle”, un progetto innovativo dedicato agli adolescenti. Potrebbe spiegare ai nostri lettori in cosa consiste questo servizio?

"Buongiorno e grazie per l'opportunità. “Youngle” è il primo servizio pubblico di ascolto e counseling per adolescenti, gestito interamente da giovani, sotto la supervisione di esperti come psicoterapeuti ed educatori. L'obiettivo è offrire uno spazio sicuro e anonimo dove i ragazzi possono affrontare temi delicati come affettività, relazioni e salute mentale, utilizzando strumenti moderni come una web app".

È interessante sapere che il progetto è gestito da adolescenti. Qual è l'importanza di questa scelta?

"La peer education è fondamentale. Gli adolescenti si sentono più a loro agio a parlare con coetanei che comprendono le loro esperienze. I peer educator sono formati per offrire supporto, e la loro presenza rende il servizio accessibile e meno intimidatorio. Questo approccio riduce lo stigma associato ai problemi di salute mentale, facilitando un dialogo aperto e onesto".

Come viene garantita la qualità e la professionalità del servizio?

"Ogni peer educator è supportato da psicologi e educatori specializzati. Le chat avvengono in un contesto controllato, dove l'anonimato è garantito, e gli adolescenti possono esprimere liberamente le loro preoccupazioni. Inoltre, il progetto è già riconosciuto dall’OMS come un'eccellenza italiana, il che attesta la sua validità e affidabilità".

Ci sono dei dati sulla partecipazione o sull'impatto del progetto finora?

"Attualmente, il progetto è attivo in 11 regioni, con 15 centri. È iniziato in cinque regioni con Toscana come capofila e sta ampliando il suo raggio d'azione. I risultati sono incoraggianti; stiamo raccogliendo dati attraverso uno studio pilota dell'Istituto Superiore di Sanità per monitorare le problematiche legate all'uso di internet tra i giovani. Questo ci permetterà di adattare il servizio alle reali necessità dei ragazzi".

Cosa spera di ottenere con “Youngle” in termini di benessere per i giovani?

"Il nostro obiettivo è sviluppare la consapevolezza e le competenze necessarie per affrontare le sfide della vita. Vogliamo che i giovani apprendano abilità di autoprotezione e resistenza alle pressioni sociali. In questo modo, puntiamo a migliorare il benessere psicofisico degli under 30 e a creare una rete di supporto tra pari, essenziale per il loro sviluppo".

Infine, in che modo questo progetto si inserisce nel Piano regionale di prevenzione?

"Youngle è parte integrante del Piano regionale di prevenzione 2020-2025, incentrato sulla salute dei giovani. Collaboriamo con istituzioni scolastiche e servizi territoriali per garantire un approccio coordinato alla prevenzione e al supporto. È fondamentale per noi intervenire prima che i problemi diventino gravi, e questo progetto rappresenta un passo importante in quella direzione".

Merci

"Grazie a voi per l'attenzione a questo tema così cruciale".

pi.mi.

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