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Vite in ascesa | 04 ottobre 2024, 08:00

PUNTA E DENTE DI NOVALESA, PUNTA MARMOTTERE E RIFUGIO STELLINA

Testo e foto di Lodovico Marchisio

1.	La cresta con la Punta Marmottere, e il Dente di Novalesa

1. La cresta con la Punta Marmottere, e il Dente di Novalesa

Il Dente di Novalesa, incluso in quest’itinerario, è uno di quei tanti percorsi che ripesco dal mio “trascorso alpinistico”, ma che verifico sia rimasto accessibile nel tempo trascorso prima di darlo in visione ai lettori. Ho voluto unirlo all’anello possibile con la vicina Punta Marmottere e all’andata col rifugio Stellina perché di per sé il Dente di Novalesa quasi nessuno lo faceva più già a suo tempo per la pessima qualità della roccia, figuriamoci oggi, ma visto che l’itinerario può essere compiuto senza necessariamente fare anche questa punta,  racconto la precaria “digressione alla cima” per i più curiosi e gli assatanati di vette come me (vettaiolite)! A tale proposito diamo un breve cenno di accesso al rifugio, evitando per ora  il Dente di Novalesa. Per l’Alta Via della Val di Susa o per l’ormai dissestata “Via dei Monaci” ci si porta sul sentiero dei 2000 per la “Via Alpina” che sale anche comodamente ma con un ragguardevole dislivello (1782 m) da Novalesa (828 m) al Rifugio Stellina (2610 m). Da Novalesa si raggiunge il rifugio percorrendo la pista forestale di Prapiano (1800 m) fino all’alpeggio Carolei (2080 m) e al rifugio con un unico sentiero ben segnalato in 5 ore . Partendo dal Colle del Moncenisio il rifugio è raggiungibile in 1,30 ore dall’Alpe Tour, 2,30 ore dal Colle del Moncenisio seguendo in parte il Sentiero dei 2000 (Alta Via Val di Susa). Si devia a destra (verso di salita), poco oltre L’Alpe Tour (che si raggiunge per una strada sterrata una volta transitabile con le jeep e molto dissestata), la quale va a congiungersi con la “Via Alpina” che senza possibilità di errore (cartelli indicatori) conduce al rifugio Stellina.

Stelle alpine accanto al Rifugio Stellina

Tale rifugio è di proprietà del Comune di Novalesa dove sono in giacenza le chiavi di una strada sterrata chiusa al pubblico con sbarra che da Novalesa arriva a circa 3 ore dal rifugio. Dal rifugio Stellina si prosegue per un faticosissimo canalone alla Punta Marmottere 3384 m salendo per estenuanti pendii di detriti molto faticosi. Una volta in cima scavalcare facilmente anche il detritico ma assai pianeggiante piano clastico che conduce alla base e successivamente in vetta alla Punta Novalesa, con ritorno per la stessa via (l’unica escursionistica). 3 ore solo in salita dall’Alpe Tour, 4,15 ore dal Parcheggio, 7 ore  A.R. (escludendo la salita al Dente).

Salita al Dente di Novalesa, Punta Novalesa, Punta Marmottere (alpinistico)

Si raggiunge a piedi l’Alpe Tour (parcheggio Fuoristrada autorizzati): un’ ora circa, salendo poi in direzione Nord Est per buon sentiero verso una traccia erbosa che conduce al caratteristico “Pian Ciardun”. Bisogna scarpinare su detriti di non facile risalita per giungere in vista di una prima scarpata rocciosa sempre di origine calcarea, come è tutta la zona sottostante, proseguendo ancora in direzione Nord Est, per scomode pietraie, fino alla base del Dente di Novalesa (3167 m). Circa 2,10 ore  dall’Alpe Tour, 3,10 ore dalla partenza senza mezzi fuoristrada autorizzati. Da qui ripide rocce rivestite da detriti conducono ad un’evidente fessura-camino. La via normale salirebbe il versante sud che non arriva mai oltre il III grado, ma dopo un’ispezione accurata ci sentiamo di sconsigliare tale itinerario che va a terminare sull’esposta e mal sicura cresta Nord Ovest. A causa della pessima qualità della roccia e dell’esposizione, in simili frangenti aumentano le difficoltà e il rischio oggettivo. Invece la fessura-camino della parete Sud-Ovest permette di effettuare un’arrampicata in opposizione classica fino all’intaglio, senza mai uscire allo scoperto, con un solo passo di IV classico (scala UIAA). Da qui appoggiando a sinistra si arriva sulla cresta che giunti a questo punto non oppone più difficoltà sino a raggiungere la cima, poco distante dall’uscita stessa del camino-fessura. La discesa (anche se l’altezza dalla base alla cima è di 130 m) la si effettua con una corda doppia (verificare bene gli infissi posti a sinistra dell’apice) di soli 30 m (necessaria una corda omologata da 60 m per farci depositare sul piano detritico che porta in breve alla base del salto roccioso terminale. Per chi volesse evitare tali difficoltà si può scalare la cima B caratterizzata da una paretina inclinata che conduce alla punta di sinistra di poco più bassa, che non va oltre il II grado ed è una vetta a tutti gli effetti. Tornati all’intaglio, proseguire su sfasciumi che in diagonale conducono sopra il Rifugio Stellina. La base del Dente è raggiungibile in meno di 45 min dal rifugio. Da qui, si compie un lungo traverso verso destra (senso di salita) ascendente ancora verso destra fino a congiungersi con il sentiero che arriva sulla “Via Alpina” dalle Alpe Carolei e da Novalesa. Con un’erta traccia su un canale prettamente detritico si raggiunge il Passo di Novalesa 3238 m. La nostra meta (Punta Novalesa 3319 m) si trova sulla sinistra e si raggiunge con l’uso della corda, seguendo il filo di cresta molto detritica fino alla base del salto finale. Esso si presenta da questo versante con un acuminato dente alto una ventina di metri che si supera in cresta per blocchi accatastati e con un ultimo passo esposto (II grado) fino alla cima.

La cima ripresa da un'angolatura diversa dalla via solita di salita

RELAZIONE TECNICA

Nome dell’itinerario: Punta Novalesa 3319 m, Dente di Novalesa 3167 m e Punta Marmottere 3384 m. (con digressione, nell’it. A, al Rifugio Stellina 2610 m)

Altezza massima raggiungibile: 3384 m se s’include anche la salita alla Punta Marmottere

Tipo di percorso: (EEA per l’it. A, Alpinismo di Media Difficoltà nel caso dell’it. B)

Ore: 8 h in totale A.R. (4,45 h per tutte e tre le cime solo di salita). Salita alle Punte Novalesa e Marmottere (4,15 h evitando il Dente).

Dislivello: 1357 metri

Difficoltà: EEA se si effettua il percorso A, III grado con un passo di IV grado, roccia scadente sul tratto non calcareo (se si effettua il percorso B).

Materiale occorrente: Spezzone di corda utile per l’it. A, per i più inesperti. Corda, moschettoni, imbragatura e qualche rinvio per l’it B.

 Accesso: Da Susa (statale o autostrada della Valle di Susa (provincia di Torino) al Colle Moncenisio, 500 m circa dopo la vecchia dogana: lasciare la statale e dopo il Rifugio Privato “De Gran Scala”, salire sulla strada che alla destra conduce alla “Cote du Lamet” (da dove parte l’Alta Via Val di Susa). Zona “Gran Scala”. Arrestare qui l’auto a lato della strada.

Graffiti del passato: Il Dente di Novalesa è stato salito per la prima volta da P. Costantino e G. Quaglia per il versante Nord il 16 ottobre 1921. La prima salita dal versante Sud Ovest (quello da noi più curato per accedere alla vetta) è stato invece espugnato da P.G. Canale e P.M. Ponsero il 12 giugno del 1960. Questi alpinisti non avendo avuto documentazione certa della prima salita, così battezzarono la vetta raggiunta: ”Dente di Marmotta” dal vicino Passo di Marmottere. 

Cartografia: IGC Valli di Lanzo e Moncenisio n. 2 – 1:50000

Punti d’appoggio: Hotel Malamot, Rifugio Privato Gran Scala, Rifugio Stellina, altre ricettività al Colle del Moncenisio.

Località di partenza: Colle Moncenisio, Sentiero dei 2000: “Gran Scala”, Alpe Tour.

Località di arrivo: Idem

ascova

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