L’anniversario dell’Union Valdôtaine, giunto al suo 79° anno, ci ricorda non solo la fondazione di un movimento politico, ma anche l’essenza stessa dell’autonomia valdostana. La nascita del movimento il 13 settembre 1945 è stata una reazione spontanea alla minaccia di centralismo italiano, accentuata da vent’anni di oppressione fascista. Personaggi come Sévérin Caveri, Maria Ida Viglino ed Ernest Page, veri pionieri della nostra storia, hanno tracciato il percorso che ha portato la Valle d'Aosta a rivendicare e ottenere una maggiore autonomia.
La Viglino, che abbandonò la presidenza del Comitato di Liberazione Nazionale Valdostano a causa di una concessione d’autonomia ritenuta insufficiente dal governo di Roma, ha incarnato il sentimento diffuso nella popolazione. Questo senso di frustrazione e disillusione è ciò che ha spinto alla creazione dell’Union Valdôtaine, con l’obiettivo chiaro di promuovere e difendere "tutti gli interessi della Valle d’Aosta e dei valdostani". Un obiettivo che, a distanza di quasi ottant’anni, non ha perso la sua attualità.
Come sottolinea Joël Farcoz, attuale presidente dell’Union Valdôtaine, senza l’azione decisa del movimento nel dopoguerra, la Valle d’Aosta non avrebbe riacquistato la sua autonomia, le sue lingue storiche e la prosperità di cui oggi godiamo. Questo è un punto cruciale: l’autonomia della Valle d’Aosta non è solo un diritto, ma una conquista, frutto di lotte e sacrifici, radicata nella difesa del particolarismo linguistico, culturale e politico. La storia ci insegna che la centralizzazione dello Stato rischia di soffocare le identità locali, e questo vale ancora oggi.
L’Union Valdôtaine, che rimane il primo partito della regione, con 11 consiglieri in Consiglio regionale, continua a rappresentare la pluralità delle idee e delle sensibilità valdostane. La recente riunificazione dell’area autonomista sotto lo storico simbolo del leone rappresenta una nuova occasione per rafforzare l’identità valdostana e per riaffermare la necessità di un’autonomia forte. Ma perché questo avvenga, è fondamentale il dialogo e la coesione tra i cittadini. Come afferma Farcoz, ogni anniversario è un momento per riconnettersi con le proprie radici, per dare un senso al presente e coltivare le speranze per il futuro.
In un contesto politico dove gli estremismi e le distrazioni provenienti dall’esterno rischiano di distogliere l’attenzione dai veri interessi della comunità, l’Union Valdôtaine richiama alla necessità di lavorare insieme per costruire un futuro condiviso. Un invito alla partecipazione che, come sottolineato dallo stesso Farcoz, non conosce divisioni di passato, ma si basa sul desiderio comune di vedere la Valle d’Aosta prosperare, con i valdostani sempre “padroni a casa loro”.
Questo anniversario è un’occasione per riflettere sul valore dell’autonomia, una risorsa che non può essere data per scontata. La modernità non può essere costruita rinunciando alle nostre specificità, ma deve essere il risultato di un equilibrio tra il progresso e la conservazione delle nostre radici. Il movimento autonomista, sin dalla sua nascita, ha difeso con forza la nostra identità, e sarà fondamentale che continui a farlo anche in futuro, soprattutto rafforzando i legami con gli altri movimenti autonomisti d’Italia e d’Europa. La sfida dell’autonomia, infatti, non è solo valdostana, ma riguarda tutte quelle regioni che cercano di affermare il proprio diritto a decidere del proprio futuro.
L’Union Valdôtaine ci ricorda che l’autonomia è una lotta continua, una costruzione quotidiana, fatta di dialogo, partecipazione e difesa dei nostri valori. E ora più che mai, in vista dell’80° anniversario, è il momento di consolidare questi valori e prepararci alle sfide future, con l’orgoglio e la consapevolezza di chi sa di lottare per una causa giusta.