L’itinerario si svolge tra il Parco Nazionale del Gran Paradiso in Italia e il Parc National de la Vanoise in Francia, in un ambiente grandioso, più’ severo e roccioso sul versante italiano, più dolce ed erboso sul versante francese. Al secondo tornante successivo alla diga del lago Serrù si prende il sentiero che si innalza sulla destra (senso di marcia) e successivamente costeggia in alto il lago artificiale fino al canalone del Piccolo Colluret; si raggiunge quindi il Rifugio Pian della Ballotta 2470 m in circa 1 h. Il rifugio è incustodito ( è in gestione alla Sezione del CAI di Rivarolo Canavese ).
Cartografia: IGC Il Parco Nazionale del Gran Paradiso n.3 – 1:50000
Nome dell’itinerario: Passo di Galisia (Traversata dal Lago Serrù al Pont S.t Charles o viceversa)
Altezza massima raggiungibile: 3002 m
Tipo di percorso: per escursionisti esperti
Ore occorrenti per l’intero percorso: 5.30 h /6.00 h
Dislivello totale: 727 m in salita, 946 m in discesa o viceversa
Difficoltà: EE
Materiale occorrente: corda piccozza e ramponi.
Accesso: Lago Serrù 2275 m
Punti d’appoggio: Refuge du Prariond 2324 m o Rifugio Pian della Ballotta 2470 m (a seconda da dove si intraprende l’escursione). Attenzione: quest’ultimo è incustodito, provvedere per le chiavi in loco!
Località di partenza: Lago Serrù 2275 m ( Torino, Ceresole Reale, strada per il Colle del Nivolet)
Località di arrivo: Pont S.t Charles 2056 m ( 4 km prima di Val d’Isère ).
Mucca al pascolo
A seconda delle condizioni del terreno (con neve o in sua assenza) scegliere se risalire il canalone del piccolo Colluret o le roccette sopra il rifugio fino a raggiungere il Pian della Ballotta 2500 m e quindi portarsi sulla destra risalendo il Canalone del Gran Colluret al Passo di Galisia 3002 m (circa 2,30 h).
Porre in ogni caso molta attenzione in quanto il percorso è riservato ad escursionisti esperti, specie per quanto riguarda il Gran Colluret e il Passo di Galisia (delicato con neve o ghiaccio e molto faticoso anche senza neve perché il terreno è costituito da detriti instabili che non agevolano la risalita: solo nella parte terminale si trova una corda fissa).
Dal Passo di Galisia scendere verso ovest tenendosi alla sinistra (senso di marcia) dei resti del vecchio Ghiacciaio della Galisia, ormai ridotto a nevaio e superate le relative morene con percorso alternativamente più o meno ripido, si raggiunge le Rèfuge du Prariond 2324 m (1 h circa) costruito in legno e con il tetto coperto di zolle erbose. I panorami sono splendidi: sulle cime del gruppo del Gran Paradiso e successivamente sul Glacier des Sources de l’Isère e le vette circostanti, la fioritura in piena estate è spettacolare ed è garantito l’incontro con stambecchi, camosci e molte marmotte.
Si percorre quindi il lungo pianoro erboso del Prariond, incontrando la lapide che ricorda i morti della tragedia della Galisia e dopo una breve risalita ci si inoltra nelle Gorges du Malpasset alla destra delle quali si snoda lo stretto e audace sentiero che scende al Pont St. Charles e al parcheggio in circa 1 h. Per il ritorno prevedere lo scambio di auto, data la distanza, oppure il pernottamento in rifugio. Per l’eventuale rientro in alternativa al Passo di Galisia (più delicato) conviene valicare il Passo della Losa o il Passo della Vacca (più a sud sulla cresta di confine, con percorso più lungo ma più agevole).
Curiosità: E’ lo stesso percorso seguito dagli sfortunati interpreti della tragedia della Galisia nel 1944. Negli ultimi anni è stato inaugurato un “ Sentiero della memoria “ che collega l’alta Valle dell’Orco con la Val d’Isère, seguendo lo stesso schema e che transita dal Passo della Losa, intitolato “ Galisiaquarantaquattro” organizzato, insieme ad altri cinque itinerari (Pian Lavina ’44- I colli della storia: dalla Piccola alla Crocetta-La battaglia di Ceresole Reale - I colli della storia: fra Valle Orco e Valli di Lanzo- Rifugio Guglielmo Jervis) dal Centro Rete di Ceresole del progetto internazionale “Memoria delle Alpi”.
Graffiti del passato: Numerosi documenti confermano che il Colle della Galisia 3002 m, il Passo della Losa 2970 m, e il Passo della Vacca 2980 m già in tempi antichi venivano attraversati da viaggiatori, per commerci, pellegrinaggi, pastorizia e quant’altro potesse accomunare le vallate di confine, e ciò non solo nella stagione più propizia, l’estate. Risale però al non lontanissimo 1944 il fatto che si ricorda come la “ Tragedia della Galisia”.
Nel novembre del 1944 quando la Francia era già stata riconquistata dagli alleati con lo sbarco in Normandia, un gruppo di militari inglesi prigionieri dei tedeschi, riuscì a fuggire e con l’aiuto dei partigiani delle nostre vallate tentò di raggiungere la salvezza attraversando il Passo di Galisia, valico già più volte sfruttato dai partigiani per rifornimenti ed assistenza oltr’alpe, anche in inverno. La stagione era già molto avanzata e le condizioni meteorologiche decisamente negative, ciononostante la decisione era stata presa e non si poteva rimandare.
Il 7 Novembre 1944 il gruppo costituito da soldati inglesi e da alcuni partigiani italiani che li avrebbero accompagnati come guide e che intendevano effettuare i soliti rifornimenti di armi, viveri e munizioni dalla Val d’ Isère, arrivò al Lago Serrù con condizioni di tempo proibitive.
Il giorno seguente nonostante il maltempo, le basse temperature e i dubbi per la mancanza di allenamento e la scarsa attrezzatura degli inglesi, partirono ugualmente, spinti forse dall’urgenza di questi ultimi; riuscirono ad attraversare il valico in condizioni disastrose ma con la tormenta ed il buio non riuscirono a proseguire.
Il gruppo si divise, la maggior parte scese verso la Val d’Isère per chiedere soccorso mentre due inglesi si fermarono perché non potevano più camminare e con loro rimasero anche due partigiani.
Incredibilmente il grosso del gruppo giunto alle Gorges de Malpasset nella tormenta non riuscì a proseguire e tutti morirono assiderati nella piana du Prariond: i loro cadaveri furono trovati dai due partigiani che, passando i giorni e non vedendo nessuno, avevano deciso di tentare la discesa il giorno 11 Novembre, anche nel timore che fosse successa una disgrazia ai loro compagni. Fortunatamente un gruppo di partigiani in ricognizione li trovò e li portò in salvo a Val d’Isère.
Soltanto il 17 Novembre le condizioni del tempo resero possibile la riapertura della via per la Galisia, e incredibilmente, dopo ben 9 giorni terribili passati senza viveri e all’addiaccio, uno degli inglesi fu ritrovato ancora in vita e trasportato al Rifugio Prariond, che era a pochi passi di distanza e che avrebbe potuto rappresentare la salvezza per tutti! Una lapide all’inizio del pianoro del Prariond ricorda la tragedia e, come in altre vallate, è stato istituito un “Sentiero della Memoria” per imparare a non dimenticare.
Le foto sono del compianto prof. Pierantonio Milone (primario emerito di medicina dell’ospedale Molinette di Torino, uomo di grande fede e cultura, che ha vinto con la poesia in genere, le fotografie qui pubblicate e i suoi numerosi libri, molteplici premi nazionali e internazionali). Un grazie per l’autorizzazione a pubblicarle alla moglie Graziella Abrate.