Ma queste elezioni europee in Valle si possono definire "una farsa" secondo l'opinione di autorevoli protagonisti della politica locale? Intanto precisiamo cosa si intende per farsa: un genere teatrale tuttora rappresentato molto e che ha origini molto antiche ed un esagerato carattere comico, spesso con qualche grossolanita'. Insomma un comportamento privo di serietà.
Al contrario c'è chi sostiene che queste elezioni in Valle rasentano, più che una farsa, una tragedia, parlando di una gestione elettorale pessima, che ha portato ad una giungla di candidature e alla disfatta del movimento autonomisti. Ci sono elementi che porterebbero a ritenere che abbiamo assistito ad uno spettacolo che contiene in sé entrambi i fenomeni, come dire che abbiamo assistito ad una tragicommedia alla valdostana.
E c'erano tutte le premesse perché ciò accadesse ed era facile prevederlo conoscendo ormai da tempo la realtà della politica valdostana. Quello che in pratica è accaduto è stata ancora una volta l'incapacità dei nostri politici di cogliere al volo una dimostrazione di unità di intenti che portasse ad un'unica candidatura valdostana, la sola capace di poter assicurare alla nostra regione un deputato europeo valdostano.
E in questo ha contato molto dal dibattito in questione la latitanza dei movimenti autonomisti, tutti presi (guarda caso) dal tentativo di giungere ad una unificazione da celebrare proprio in questi giorni. È una contraddizione in termini: uniti per una grande Union che intanto si chiama fuori da un concreto e proficuo obiettivo unitario europeo. Ma responsabilità c'è stata anche per gli altri partiti (spesso autonomisti a parole).
Se si sommano i voti ottenuti dai valdostani partecipanti e dispersi in varie liste, si raggiunge un consenso di circa 10.000 voti. Forse non sarebbero stati sufficienti (ma ci sono stati deputati eletti con quei voti), ma bisogna aver presente che molti valdostani (circa 58.000) non si sono recati alle urne anche perché mancava la possibilità di far convergere i propri voti verso un unico candidato.
Ora ci si nasconde dietro l'improbabile tentativo di adire la Corte Costituzionale per garantirsi un deputato europeo spettante per legge alla Valle d'Aosta, ma resta il male endemico valdostano: il frazionismo.