In un'intervista esclusiva, Laurent Viérin, presidente del movimento politico Orgueil Valdôtain, critica duramente Cristina Machet, Presidente uscente dell'Union Valdôtaine. Viérin risponde alle dichiarazioni di Machet sulle recenti elezioni europee, definite da Machet una farsa. Farsa replica Vierin è stata la gestione della dirigenza UV. Accusa la leadership di aver portato alla débâcle del mondo autonomista valdostano e propone un cambiamento radicale per ricostruire il movimento su basi solide e unite.
Laurent Viérin, lei ha polemizzato duramente con Cristina Machet, Presidente uscente dell'Union Valdôtaine, che ha definito le recenti elezioni europee come una "farsa". Può spiegarci la sua posizione?
"Certamente. Vorrei iniziare citando un vecchio detto: Un bel tacer non fu mai scritto. Quello che la signora Machet definisce una farsa non è altro che il risultato diretto della gestione fallimentare da parte della dirigenza dell'UV e dei loro accoliti. Durante le elezioni europee, le scelte e la gestione delle candidature sono state un disastro. Hanno dimostrato di essere completamente inadeguati, non pervenuti direi, nel rappresentare e difendere gli interessi del mondo autonomista valdostano".
Quali sono, a suo avviso, le responsabilità principali di questa débâcle?
"Le responsabilità sono evidenti e ricadono proprio su chi oggi si lamenta pubblicamente. La gestione di queste elezioni è stata pessima, portando a una giungla di candidature e alla disfatta del movimento autonomista. Abbiamo visto la nostra Valle diventare terra di conquista per chiunque, senza una strategia chiara o una leadership forte a difenderci. Questo risultato era sotto gli occhi di tutti".
Ha menzionato anche la decisione di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la legge elettorale. Qual è il suo parere su questo?
"È stata un'idea 'geniale', se posso permettermi di essere ironico. Invece di cercare una candidatura comune che dimostrasse anche fuori dalla Valle d'Aosta che esistiamo ancora e siamo in grado di combattere, hanno scelto di intraprendere una battaglia legale. Avremmo dovuto dimostrare che una possibilità di elezione c'era, se solo avessimo gestito diversamente le cose. In una circoscrizione di 11 milioni di votanti, avremmo potuto avere una voce se ci fossimo uniti.
Qual è, secondo lei, la strada da percorrere ora?
"Piangere non serve a nulla. Ciò che serve è cambiare. Dobbiamo ricostruire il movimento autonomista su basi solide, con una leadership che sappia rappresentare veramente gli interessi della Valle d'Aosta. Solo così potremo riprenderci il nostro ruolo e difendere la nostra autonomia".