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Vite in ascesa | 26 aprile 2024, 10:00

Oltre novanta gitanti per l’escursione al Moncun-i in gita tra Avigliana e Trana

A cura di Marina Portigliatti. foto di Arnaldo Reviglio e Roberta Maffiodo

Salita al Moncun-i

Salita al Moncun-i

Alle 8,30 presso il Lago Piccolo, dopo aver verificato la presenza degli oltre 90 partecipanti,  è iniziata l’intensa giornata con i saluti di Arnaldo Reviglio, coordinatore e guida dell’escursione, di Andrea Remoto e di Cinzia Pachetti (rispettivamente assessore di Avigliana e sindaco di Trana) e di Lodovico Marchisio, accompagnatore emerito CAI. La fitta comitiva si è avviata per un tratto della Via dei Pellegrini attraversando le borgate Sada e Olivero, poi sul Viöl di Pla sino al Col Buchet (617 m) e alla vetta del Moncun-i (641 m).

Discesa dal Moncun-i

Lungo il tragitto si sono effettuate soste alla Funtana du Fié, nei pressi delle Druin-e, all’incrocio del Viulet e al Col Buchet, luoghi dove Arnaldo Reviglio, esperto conoscitore del territorio, ha illustrato i vari aspetti del medesimo e ha fatto cenno alla manutenzione dell’estesa rete sentieristica a cura del Gruppo “Avigliana Sentieri“ degli EcoVolontari  (parecchi di loro erano presenti ed hanno partecipato all’escursione). Al Col Buchet il giovane assessore alle politiche ambientali di Avigliana, nonché geologo,  Stefano Ditella  ha invece raccontato origine, forme morfologiche e geologiche della Bassa Valle di Susa. Successivamente sul vasto pianoro sottostante e che precede la cima del Moncun-i, davanti ad un panorama d’eccezione, col cielo limpido e senza una nube, di fronte alle cime innevate del Monviso, dell’Aquila, delle montagne dell’Orsiera- Rocciavré e del Rocciamelone il narratore ha, in modo sintetico, esposto alcune memorie della Resistenza nell’alta Val Sangone, sia ricordando alcune tragiche stragi compiute dai nazifascisti sia riguardo alla rete sentieristica dei Partigiani inserita nel Piano Integrato Tematico Pa.C.E. (Patrimonio, Cultura, Economia) che in 12 tappe va dall’Alto Canavese alla Val Pellice e sui cammini che scendono nella nostra zona pianeggiante coinvolgendo proprio i sentieri in parte ora percorsi e che comprendono anche gli itinerari urbani della Resistenza in Giaveno e in Avigliana.

Sosta al giardino botanico Rea

Una breve sosta sia per scattare alcune foto non consuete sia per complimentarsi ed elogiare i coniugi Lodovico Marchisio e Roberta Maffiodo, che, nonostante tutte le problematiche di salute, hanno, con ferrea volontà, voluto raggiungere la cima del Moncun-i.

La discesa verso Trana (a tratti molto ripida), oltre a fiancheggiare diversi massi erratici e a incrociare l'imbocco del Viulet (sentiero balcone), è terminata poco oltre la Pietra (Pera) Salomone, con brevi soste presso un ulteriore punto panoramico (anche se in zona più bassa, quasi di fronte alla torre campanaria del Santuario di Trana) e di fianco al’imponente masso erratico appena citato, dove Stefano Ditella è sceso sui particolari del masso stesso, con la sua scenografica frattura, con cenni anche sul terreno di origine glaciale della collina e Lodovico Marchisio ha rievocato le arrampicate sportive  con tanti altri, fra cui la figlia Stella, campionessa di “boulderismo” e il compianto Giancarlo Grassi. Si è giunti poi a una piccola altura dove si erge, circondato da secolari castagni, il Santuario di Santa Maria della Stella col suo svettante campanile. Qui il Sindaco di Trana Cinzia Pachetti, anche lei partecipante all’escursione con l’assessore Paola Ladame, ha tratteggiato alcune caratteristiche dell’edificio religioso e ha rievocato alcuni episodi della Resistenza  locale, fra cui quello dei 40 ostaggi civili, fatti prigionieri dai nazifascisti all’alba del 27 giugno 1944 successivamente all’arresto di 13 tedeschi presso la Polveriera di Sangano; per liberare gli ostaggi si è aperta una trattativa col capitano tedesco che ha coinvolto i “notabili” del paese, il podestà di Giaveno Zanolli, il comandante partigiano Giulio Nicoletta e il viceparroco di Giaveno: la proposta di scambio, nonostante la reciproca diffidenza, è andata in porto e gli ostaggi son tornati liberi. È stata anche ricordata l’uccisione in loco da parte tedesca del civile aviglianese Prudente Sada. Qui è anche intervenuta Alessandra Maritano, referente per l’Ecomuseo della Resistenza della Valsangone, patrocinatore oltre ai Comuni coinvolti e all’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie dell’iniziativa, che ha sottolineato l’importanza della memoria della guerra di Liberazione dal nazifascismo che deve essere occasione per ripensare ai valori morali che sono alla base della nostra Costituzione ed ha espresso l’auspicio che tale messaggio venga sempre divulgato fra le giovani generazioni. In seguito su mulattiere e sentieri, anche col sottofondo dello scorrere delle acque del torrente Sangone, si è giunti ad attraversare la strada provinciale Trana – Giaveno raggiungendo poi la borgata Udritto.  Dopo una breve deviazione per osservare la Fonte Caudana, nascosta nella boscaglia, ai limiti dei campi, Ilaria Salotti di “Scuola per Via” ha invitato tutti i partecipanti ad ascoltare nel silenzio il gorgoglìo dell’esteso intreccio di acque che confluiscono nel canale di drenaggio dell’ex torbiera, il Ri Groos, parte iniziale del bacino idrografico dei Laghi di Avigliana. Ci si è poi inoltrati nella Torbiera di Trana, costeggiando appunto il rio Grosso, si è risaliti verso la borgata Cordero e su una carrareccia si è arrivati al Giardino Botanico REA. Qui meritata pausa pranzo (al sacco) e caffè cui è seguito il saluto di Daniela Molinero, presidente della sezione A.N.P.I. di Avigliana, che ha posto l’accento sull’importanza delle rievocazioni dei tragici eventi della Resistenza dai quali sono nate la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Sono seguiti canti partigiani intonati da lei e da Roberta Maffiodo, poi quest’ultima ha recitato la poesia “L’amicizia”  elaborata dallo scrittore Mauro Carlesso del G.I.S.M. (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Sono seguite le visite guidate, condotte da Liliana Quaranta e da Monica Mondo: attraverso spazi di verde e di fiori si sono approfonditi il mondo vegetale, la flora alpina, le piante, anche quelle tintorie e carnivore. Il giardino, fondato nel 1967 da Giuseppe Giovanni Bellia, possiede anche un’arnia didattica rivolta ai bambini e a tutti per vedere da vicino le api e il loro lavoro. Si è ripartiti su itinerario quasi pianeggiante per raggiungere "i 3 fin" (Giaveno/Trana/Avigliana) e la borgata Battagliotti,  dove presso la Cappella di San Grato ci hanno accolti Chiara Ruggeri e la mamma Maria Teresa Perelli, residenti nella borgata, che ci hanno descritto le peculiarità del luogo (forno comune, ex scuola elementare, castagneto secolare e luogo di incontro) e la Cappella illustrando arredi, reliquari e tele.

Canti partigiani

È stato anche ricordato che nella Chiesetta c’era una testimonianza dell’attività del pittore Antoine de Lohny (XV secolo): un frammentario polittico, ora nella Galleria Sabauda, già presente in una mostra a Susa presso il Museo Diocesano d’Arte Sacra. È stato anche rammentato un episodio poco conosciuto della Resistenza presso la borgata: i nazifascisti cercavano alcuni Partigiani che erano nascosti, i borghigiani hanno dissuaso la ricerca che se fosse stata portata a termine avrebbe comportato l’uccisione dei medesimi e l’incendio delle case, come avvenuto in tante borgate dell’Alta Val Sangone. Poi si è scesi al caratteristico Laiun (stagno che è anche interessante punto naturistico) dove Paola Cappellazzo di (”Scuola per Via”) ha distribuito il pensiero “Osservatorio del deserto al Laiun”  invitando anche qui a una breve meditazione. Dopo sulla Via dei Pellegrini (TOS451) si è raggiunta la borgata San Bartolomeo per una visita alla piccola chiesa romanica (già badia dipendente dalla Sacra di San Michele): qui Giacomo Sperduti e Pietro Figini dell’Associazione Archeologica Aviglianese (A3) hanno rispettivamente illustrato la Chiesa e il suo interno, col pregevole ciclo pittorico sulla vita del Santo, e il contesto del luogo, da sempre ricercato dall’uomo (testimonianze del Neolitico, dell’era romana e dal Medioevo all’Era Moderna). Dopo, in pochi minuti, si è ritornati al parcheggio del Lago Piccolo. È doveroso ringraziare, oltre a tutti quanti sopra menzionati, gli accompagnatori Claudio Ronzoni (ecovolontario e suggeritore su diversi aspetti dell’escursione), Matteo Zanfabro (CAI UGET) e Giampiero Salomone (CAI GEB) che ha sintetizzato e riassunto così l’intensa  giornata : “Gita molto ben organizzata anche nel coinvolgere e dar voce al volontariato per mantenere e fare rivivere momenti importanti del passato”.

ascova

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