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Vite in ascesa | 02 febbraio 2024, 10:00

ROCCA CANDELERA

di Lodovico Marchisio

Dorsale aerea

Dorsale aerea

In verticale sopra Usseglio appare la Rocca Candelera che ha sui suoi fianchi una “Via Ferrata” che non va sottovalutata e non va scelta per chi effettua per la prima volta questi percorsi attrezzati, perché non ha vie di fuga e ha tratti brevi ma impegnativi anche se abbondano gli scalini e gli infissi per salire.

RELAZIONE TECNICA

Partenza ferrata: Quota 1240 m

Dislivello avvicinamento: 170 m

Dislivello totale: 537 m

Sviluppo ferrata: 400 m circa

Tempi di percorrenza: Mezz'ora all'attacco, da due a tre ore la ferrata, un'ora la discesa.

Difficoltà: Da PD/ AD con i due stupendi muri verticali con difficoltà: D

Esposizione: Sud.

Periodo Consigliato: Autunno e Primavera. Chi volesse percorrerla in piena estate è bene che eviti le ore più calde della giornata.

Cartografia: IGC n. 103, 1:25.000 Alte Valli di Lanzo.

Altezza Massima raggiungibile: 1787 m.

Materiale occorrente: Kit da ferrata

Accesso in auto: Lanzo, Viù, Usseglio Frazione Piazzette in provincia di Torino. Appena superata la borgata si giunge in prossimità di una cava sulla destra. Proseguire sul rettilineo. A circa 50 metri prima della fine del rettilineo e prima della curva, si nota sulla destra una strada carrareccia. Il tabellone della ferrata è posto sulla carrareccia stessa a circa 50 metri dalla strada. Si parcheggia lungo la strada.

Località di partenza: Piazzette di Usseglio

Località di arrivo: Piazzette di Usseglio

Il ponte tibetano

Descrizione Itinerario: La Valle di Viù è la più lunga, tortuosa e selvaggia delle tre valli di Lanzo, dove ogni gita può riservare la sorpresa di un'autentica avventura. Rocca Candelera è un bel contrafforte di roccia scistosa, immerso in un ambiente scosceso che si eleva dal ripido bosco sopra il paesino di Piazzette, una frazione di Usseglio. L'accesso si trova in prossimità della cava poco oltre Piazzette.

La cava è tuttora in funzione ed è proprietà privata per cui, avvertono in paese, che non è possibile parcheggiare al suo interno. Finché non sarà individuato un parcheggio alternativo, è meglio lasciare l'auto nella piazzetta davanti alla chiesa e proseguire a piedi o a lato della strada oltre la cava dove partono le indicazioni per la salita in oggetto. Seguendo i pannelli indicatori, ora evidenti, un sentiero con diversi ometti e bolli rossi zigzagando nel bosco e superando un dislivello di 170 metri circa, in mezz’ora si perviene all’attacco della via ferrata.

La ferrata si compone di due parti divise da un ponte tibetano a 3 cavi. È attrezzato infatti con un cavo in acciaio ricoperto da una guaina di plastica, staffe e gradini in metallo posizionati laddove necessario, nei punti più ostici, mentre in altri tratti più semplici si possono sfruttare i buoni appigli naturali per una facile e divertente arrampicata su roccia. Si parte su di un bello spigolo, non troppo verticale. L'inizio, infatti, è PD-AD e alterna tratti su roccia a brevi camminamenti, sempre protetti dal cavo, poi si fa sempre più verticale fino ad avere dei passaggi più atletici e faticosi.

Ultimo tratto

Due sono i muri verticali che procurano la giusta adrenalina e sono stati concepiti con bravura tanto da rendere questa ferrata elettrizzante e molto piacevole dal lato estetico Dopo il primo superbo tratto verticale si arriva a una selletta dove è stato posto il breve ponte tibetano, peraltro evitabile. Oltre il ponte inizia la seconda parte, quella più dura, con dei brevi strapiombi (difficoltà “D”) tuttavia mai troppo aggettanti. Si giunge quindi a una seconda selletta, superata la quale vi è il tratto finale, più facile, allietato dal profumo di timo serpillo. Un traverso ben esposto a cui segue un ultimo breve passaggio strapiombante e una placca finale, entrambi ben congegnati, conducono in vetta alla croce di legno con la scritta dialettale della montagna: Rochi Chandlè.

Seguendo la cresta erbosa attrezzata si giunge a un colletto erboso, dove una freccia indica la discesa. Il sentiero è ora in buone condizioni di percorribilità; scende ripido nel bosco (attenzione e qualche tratto esposto) e poco prima di incrociare l’asfalto si ricongiunge col sentiero di accesso alla via ferrata. Un’ora di discesa.

In vetta alla Rocca Candelera

La verticalità del percorso permette inoltre di godere del panorama a picco sulla valle sottostante e di un colpo d'occhio sulle cime che la sovrastano: Torre d'Ovarda, Monte Lera, Croce Rossa, fino al Rocciamelone. L'ambiente selvaggio e suggestivo appaga appieno la voglia di avventura.

ascova

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