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Informazioni pratiche | 22 dicembre 2023, 08:00

Buone feste ricordando Elvira e i bambini di Graiana

Il dramma deibambini della neve

Buone feste ricordando Elvira e i bambini di Graiana

Si tratta di una tradizione che si è tramandata per secoli, scaturendo dal bisogno. Nei contesti rurali, montani e campestri di tutta la Penisola, i bambini e le bambine delle famiglie numerose e disagiate venivano mandati a fare i garzoni presso i possidenti: i genitori speravano così che avessero occasione di sfamarsi.

Elvira Pasini, diciottenne, con i fratelli Angelo di quattordici anni e Antonio, dodicenne, insieme al cugino Guido Briselli, di anni dodici, era a servizio a Ravarano, in Val Baganza.

Alla vigilia di Natale, nel 1921, i quattro giovanissimi ottengono il permesso di raggiungere i loro cari, nella frazione di Graiana (Corniglio-Parma).

Fa tanto freddo, il cielo cupo e ostile promette neve, i sentieri sono insidiosi: i ragazzi partono verso mezzogiorno. La via da percorrere è lunga. Quando sostano lungo il cammino, a Fugazzolo, in una locanda, gli adulti tentano invano di dissuaderli dal proseguire nel cammino aldilà della montagna. Il desiderio di riabbracciare la famiglia, che non vedono da troppo tempo, prevale purtroppo sulla prudenza, anche se si tratta di adolescenti del posto, che ben conoscono i ritmi della natura.

La nevicata si trasforma rapidamente in bufera. I giovanissimi perdono l’orientamento.

Abbracciati sotto un grande albero, riparati unicamente da un ombrello, i piccoli contadini muoiono assiderati, poco distanti dalla meta agognata, in località “La Vecchia” di Fugazzolo, vicino a Berceto, ai piedi del monte Silara di Graiana, detto anche Maestà di Graiana.

Per qualche tempo, nessuno cercò gli adolescenti tragicamente scomparsi. Non esistevano, un secolo fa, i mezzi per comunicare su cui possiamo contare oggi. I datori di lavoro pensarono che i garzoni fossero al sicuro presso i familiari. Le famiglie, a loro volta, ritennero che il maltempo avesse dissuaso i ragazzi dal mettersi in cammino. Le salme vengono rinvenute casualmente il 13 gennaio 1922.

L’atto di morte viene stilato infatti il 16 gennaio 1922, nel Comune di Berceto. Ogni anno Elvira, Angelo, Antonio e Guido vengono commemorati con riti religiosi e fiaccolate. La loro tomba è stata ristrutturata da Luciano Tanzi. La croce in località “La Vecchia” dagli Alpini di Berceto.

Nella loro tragedia ne echeggiano milioni di altre. Pensiamo a troppi innocenti di ogni età morti senza fissa dimora tuttora lungo le nostre strade. A troppi infelici deceduti in mare. E agli innumerevoli sventurati che muoiono tra il confine di uno Stato e l’altro, colpiti da getti d’acqua perché gelino più in fretta. Sono milioni di adulti e di bambini, che attraverso i secoli condannano l’indifferenza e l’avarizia che li hanno stroncati. Sono gli innocenti immortalati dalla piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen.

 

A Elvira, Angelo, Antonio e Guido, lo scrittore Antonio Lucchi ha dedicato un bellissimo libro:

”Tragedia sui monti di Graiana. Natale 1921, su quei monti la morte passò”, ed. Kriss, euro 15. Ad Antonio dobbiamo cinque bei libri che ci parlano di montagna, di valori di ieri e di sempre, e di tradizioni. Le pagine dedicate ai bambini di Graiana suscitano intensa commozione.

L’Autore è reperibile su facebook, tramite messenger o sul cell. 349 4453890.

In onore dei bambini della neve si tramanda anche una ballata, ormai storica.

ed.mo.

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