Valle d'Aosta Aperta, come hanno dichiarato i Consiglieri di ADGA Luciano Boccazzi e Diego Foti in occasione del Consiglio comunale straordinario, ribadisce il NO all’ampliamento dell'ospedale Parini con annessa area megalitica e rattoppo dell'esistente in centro ad Aosta.
Non ci convince né il Sindaco Nuti che sostiene che rispetto a quest'opera "nel 2020 la strada già era segnata e da lì indietro non era possibile tornare", né chi, dopo aver attaccato nei giorni scorsi il PD, oggi rivendica la sua coerenza, ma dice che adesso è troppo tardi per tornare indietro.
Come ben rappresentato dal presidente di SIV, Fabiani, ad oggi non si conoscono ancora i tempi e i costi, sono necessari approfondimenti per spostare il traffico e migliorare la viabilità, ma si continua a "tirare dritto" verso la realizzazione di un ospedale rattoppato in una zona ipercongestionata. Più che l'annunciato ampliamento dell'ospedale, assisteremo infatti all'inizio dei disagi per i cittadini di Aosta. I primi cantieri per gli scavi e la realizzazione delle centrali, che precisiamo essere solo preliminare ai veri lavori di ampliamento del Parini, prevedono l'allestimento di "minicantieri", tagli di alberi, modifica dell'illuminazione pubblica e la chiusura temporanea di viale Ginevra, via Saint Martin de Corléans e via Chaligne.
Dal Consiglio regionale scorso abbiamo invece appreso che grazie ad una variante non è più previsto il trasferimento delle camere mortuarie al cimitero di Aosta, mentre ieri in Consiglio comunale abbiamo scoperto che si è tornati indietro anche rispetto allo spostamento del depuratore e che, secondo le prescrizioni di ARPA, l'elisuperficie potrà servire solo per l'atterraggio di un elicottero al giorno a fronte di addetti alla sicurezza che dovranno presidiare l'area 24h su 24 (dati questi che approfondiremo).
L'unica certezza insomma è che nel prossimo bilancio regionale sono previsti 190 milioni di euro per un ampliamento che non farà avere alla nostra regione un unico presidio ospedaliero moderno ed efficiente come richiesto dagli operatori sanitari e da chi sostiene la sanità pubblica.
Valle d'Aosta Aperta continua a credere che non è troppo tardi per tornare indietro rispetto a questa scelta anacronistica.