Il Pic de Cèüse è una montagna strana, visitata da arrampicatori ed escursionisti di tutta Europa. Come sempre alla ricerca (quando non posso provare l’itinerario nel presente) di scavare nel mio passato per documentarvi su mete inusuali e di pieno godimento per chi ama un pizzico d’avventura con itinerari vissuti come questo in prima persona e così oggi vi conduco in questo paradiso per gli occhi e per il cuore.
Sul vecchio sentiero attrezzato
RELAZIONE TECNICA:
Altezza Massima raggiungibile: 2016 m
Tempo di salita: (Attraversata completa alla vett) 5 h
Tempo Totale (AR): (Totale attraversata completa e discesa): 8 h
Dislivello: Quasi 1000 m percorrendo l’anello completo
Difficoltà: EE
Materiale occorrente: Cordino a vita con moschettone (Il Kit da ferrata è eccessivo.)
Accesso in auto: Per raggiungere la Montagne de Cèüse, da Briançon occorre scendere in direzione di Gap, superando la diga del lago di Serre Ponçon fino ad Embrun, Neuve, Tallard, Sigoyer, Col du Guerins, dove si lascia l’auto ed inizia la serie di sentieri selvaggi che adducono alla Montagne de Cèüse.
Località di partenza: Col du Guerins
Località di arrivo: Idem
Descrizione Itinerario: Una zona così caratteristica e selvaggia è davvero difficile trovarla sulle nostre Alpi. Un’interminabile barriera rocciosa fatta a ferro di cavallo lunga più di 8 Km. con una quantità impressionante di vie di roccia attrezzate addirittura con i rinvii. Nel punto più basso della lunga falesia avevano creato una via ferrata alta una sessantina di metri che è dal 20 giugno 2009 è disattivata (anno in cui l’ho salito e mai più ripristinata). Con mio figlio Walter, allora ventitreenne, abbiamo esplorato la zona “in toto” e siamo saliti sul punto più alto della falesia (Pic de Cèüse 2016 m). Ma anche i sentieri sono abbandonati al loro triste destino, infatti l’avventura che comporta questa falesia, dalle fattezze primitive con lunghi avvicinamenti, non è da sottovalutare. L’ambiente è altamente remunerativo e straordinario, ma lasciato volutamente integro dopo l’abbandono in cui è incorso.
In cima al Pic
Salita in vetta per Le Pas du Loup. Dal Col du Guerins (1276 m) un sentiero che indica l’accesso diretto alla falesia in un bosco ripido ma molto folto conduce in circa 1,30 h alla prima digressione verso destra che indica il Pas du Loup. La Via ferrata inagibile è segnata poco più a sinistra in direzione del sentiero della Cascade ma con direzione opposta. Per incontrarla bisogna mirare in alto verso la base della falesia, lasciando il sentiero del Pas du Loup, nel punto ove questo fa un’ansa e dove la roccia è meno alta. La via però è stata disattivata, sono stati rotti i primi gradini, lasciata una fune precaria in corda, tolto il cavo e quindi inagibile. Quel che è grave è che all’inizio del sentiero non vi è alcuna segnalazione di tale interruzione e chi si sobbarcasse le quasi 2 h per raggiungerla, resta (estate 2009) con un pugno di mosche in mano. Senza perdersi di coraggio si percorre tutta la base della falesia con sali scendi in alcuni punti chiusi da reticolato per proteggere la nidificazione di molte specie di uccelli.
Cartelli indicatori
Dopo 45 minuti circa di traversata che fanno salire il dislivello che dal colle alle vetta (se diretto) sarebbe solo di 740 m, s’incontra un cavo che nel punto più vulnerabile conduce sopra la falesia. Fare però attenzione che il percorso è esposto, non sempre protetto e segnalato (segno giallo - verde sbiadito) e conduce sul pianoro.
Il cerchio quasi perfetto della lunga fascia rocciosa s’interrompe come d’incanto e un facile sentiero che costeggia gli strapiombi conduce sul punto più elevato della vastissima falesia ove vi è una croce artigianale come tutto il tracciato. Inusuale uno skilift che d’inverno risale la falda erbosa della montagna dal lato opposto alla falesia (5 ore).
Discesa: (per la Cascade): Continuando a percorrere la cresta e superando anche la seconda sommità più bassa contrassegnata da un ometto, si scende nel punto in cui esce la ferrata inagibile (60 m. di altezza per la cronaca). Poi le pareti s’innalzano nuovamente e bisogna percorrere un lungo aggiramento fino a notare un secondo ruscello.
Qui un sentiero mal tracciato con segni sbiaditi, invaso dalla vegetazione scende dove la falesia è più vulnerabile e disarrampicando su alcuni risalti si arriva sotto una bella cascata dove si trova una rudimentale freccia in legno. Finalmente ci si ricongiunge (si fa per dire) a un nuovo sentiero che con ampie giravolte porta ad una strada forestale che in piano riporta al Col du Guerins (3 h dalla vetta).
Quello che fa più specie è che le falesie sono tutte attrezzate con rinvii già piazzati addirittura su alcune vie, ma dal lato escursionistico è tutta un’avventura.