Reperire al più presto i finanziamenti per gli interventi di manutenzione del tunnel del Gran San Bernardo ed evitare la chiusura, preventivata in un arco temporale di tre mesi all’anno per i prossimi diciotto anni, del Tunnel del Monte Bianco grazie alla costruzione di una doppia canna. Sono questi i temi portati all’attenzione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti tramite un question time a risposta immediata in Commissione ambiente a firma del deputato della Valle d’Aosta Franco Manes.
Oggi è arrivata la risposta scritta, che ripercorre la questione ma non fornisce indicazioni concrete sulle possibili soluzioni per evitare la chiusura del traforo del Monte Bianco.
Pubblichiamo la non risposta del Ministro: "I trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo sono opere di rilevanza strategica per il paese poiché costituiscono le principali vie che, attraverso le Alpi, assicurano il collegamento ai corridoi stradali di rilevanza europea. Le scelte di indirizzo strategico e la definizione delle politiche di gestione sono demandate ad un organismo binazionale rappresentato dalle Commissioni intergovernative (CIG) composte dai rappresentanti dei ministeri dei rispettivi Stati (Italia-Francia per il traforo del Monte Bianco; Italia-Svizzera per il traforo del Gran San Bernardo).
Le CIG si avvalgono di un comitato di sicurezza (COMSEC), composti da esperti che vengono consultati su qualunque problematica in materia di sicurezza dell’infrastruttura e della sua gestione. Dopo oltre cinquant’anni di esercizio, e tenuto conto delle relazioni prodotte dai Comitati di sicurezza, entrambe le opere necessitano di significativi interventi di risanamento.
In particolare, per il Traforo del Monte Bianco è stata rilevata la necessità di procedere alla sostituzione dell’impalcato sull’intero tracciato. Tale lavorazione comporta necessariamente l’interruzione del transito per una durata complessiva a circa quattro anni continuativi, ovvero la chiusura frazionata con conseguente dilazione dei tempi di conclusione dell’intervento. La realizzazione di un secondo tunnel parallelo potrebbe rappresentare un’alternativa per attenuare i disagi derivati dalla chiusura del traforo. T
ale soluzione, già prospettata informalmente dalle autorità Italiane, potrà essere oggetto di confronto bilaterale nell’ambito delle intese di cooperazione tra Italia e Francia contemplate dal Trattato del Quirinale sottoscritto il 26 novembre 2021.
Il Traforo del Gran San Bernardo è anch’esso interessato da lavori di sostituzione dell’impalcato in considerazione dal progressivo grado di ammaloramento dell’infrastruttura. Per assicurare il finanziamento dei lavori già programmati, la società che gestisce la tratta italiana ha presentato al MIT una proposta della revisione della Convenzione, attualmente all’esame della Commissione Europea per la verifica di compatibilità alle norme del trattato. Assicuro che continueremo a seguire con attenzione l’evolversi delle interlocuzioni, ponendo attenzione alle istanze delle autorità territoriali in ordine al rispetto della tutela ambientale e alle esigenze di mobilità dei cittadini”.
Un risposta minimalista che alimenta le tante preoccupazioni tra i valdostani e le associazioni di categoria. L'onorevole Franco Manes, in una nota, esprime soddisfazione perché la considera “una risposta che esplicita una presa in carico dei problemi inerenti i due Tunnel Valdostani da parte del Ministero. L’auspicio è che alle parole corrisponda una ripresa, in tempi stretti, di un confronto politico tra le autorità Valdostane, Francesi e Savoiarde per arrivare a soluzioni concrete inerenti il futuro delle due principali vie valdostane di collegamento con l’Europa”.