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Vite in ascesa | 30 dicembre 2022, 08:30

LA MONTAGNA – LA MIA VITA … IN TUTTE LE SUE FORME

a cura di Lodovico Marchisio

Il Monolite des Sardieres in tutta la sua bellezza

Il Monolite des Sardieres in tutta la sua bellezza

Può sembrare “anacronistico”, quasi folle pensare di condurre un’intera esistenza con un comun denominatore: “La montagna” percorsa in tutte le sue forme. Questo non vuol dire essere vissuto solo grazie ad essa, perché come tutti gli esseri umani, ho lavorato facendo il bancario per più di 30 anni, ho avuto una moglie e 2 figli in un contesto che a prima vista sembra normale.

Torrentismo nell'orrido del Sessi

Senza ripetermi sono proprio le patologie invalidanti che mi allontanano giorno dopo giorno da essa, a farmi rivivere una vita intera nella quale i miei figli e le tre nipotine sono diventati “coprotagonisti” delle mie innumerevoli avventure e dove la montagna è stata la mia musa ispiratrice, attraverso i miei libri e i miei articoli che continuo a scrivere da quando ho la nomina da giornalista. In questo percorso ho vissuto tutte le sfaccettature della montagna, percorrendola in lungo e in largo.

Anche nell’escursionismo, che è il primo approccio alla montagna, ne ho fatto un modo tutto mio di praticarla, scoprendo sentieri nuovi e valorizzando percorsi inconsueti che nessuno si era mai sognato prima di inserire in un contesto escursionistico. D’inverno usavo le ciaspole per raggiungere le mie montagne e d’estate percorrevo anche le “Vie ferrate” più difficili.

Sci fuori pista - Vallée Blanche 2007

Di meraviglia in meraviglia ho persino praticato il “Canyoning” pur non sapendo nuotare, per scoprire anfratti strettissimi scavati dall’acqua nei millenni. Sono anche disceso in profondi abissi per carpire il segreto più profondo della montagna, scendendo in cavità quasi inaccessibili per scoprire pure il fascino della speleologia, memore di una frase di un grande speleologo scomparso che recitava: “… scendi con noi quaggiù dove gnomi e fate dormono nel cristallo dei loro sogni. Qui udrai fiumi precipitare nell’insondabile e potrai specchiarti in acque limpidissime che nessun vento ha mai sfiorato; se cerchi la luce spegnerai la torcia per un istante, per contemplare quella di cui brillerà la tua anima e da questi abissi potrai spaziare, prossimo alle stelle, vicinissimo a Dio.”

Mio figlio su cascata di ghiaccio

Dopo aver scalato molti dei più bei 4000 delle Alpi, non riuscendo a realizzare il mio sogno di poter salire le più alte cime di ogni continente, ho cercato sempre più disperatamente le figure geologiche più strane: i monoliti, essenza della verticalità, fino a spingermi all’ultimo estremo limite di scalare sull’effimero, plasmato dal gelo: “Le cascate di ghiaccio.”Anche nello sci alpino ho cercato le stazioni sciistiche collegate fra loro percorrendo così molti chilometri di pista senza mai ripetere la stessa discesa, praticando pure lo sci-alpinismo che mi permetteva di raggiungere tante cime con gli sci ai piedi, spingendomi fino al limite dello sci estremo dove paurosi canaloni fra le rocce, mostrandomi i miei limiti, mi hanno fatto tornare alla consapevolezza della ragione.

In vetta al Cervino 4478 m.

Oggi la mia compagna soffre per me nel vedere che non posso più farle provare certe emozioni e condurla in luoghi dove la verticalità la fa da padrona ed è l’essenza dell’adrenalina pura, dovendomi limitare così con le lacrime agli occhi a mostrarle le foto di un passato che non tornerà mai più. Roberta ponendo fine al mio discorso però aggiunge: “non bisogna mai arrendersi e tu devi lottare per la tua famiglia, per chi ti vuole bene come i tuoi veri amici, quelli che ti sostengono sempre e per me visto che mi ami tanto quanto io amo te. Mia madre di quasi 91 anni purtroppo per le sue patologie e per la sua vecchiaia oggi è al ricovero per anziani, ma quando ti vede, dice che lei è molto anziana e si arrende all’evidenza, ma tu hai ancora qualcosa da offrire alla vita e ti dice anche lei di non arrenderti e di far compagnia a me, sua adorata figlia perché un domani quando purtroppo non ci sarà più, almeno ci sarai tu a farmi compagnia perché si vede che ci vogliamo un mondo di bene e allora ci incita ad aiutarci a vicenda che lei ci proteggerà anche da lassù”.

 

ascova

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