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CRONACA | 16 dicembre 2022, 07:50

Pazienti ‘parcheggiati’ in pronto soccorso per ore in attesa di un letto in reparto

Tanti accessi e la mancanza di letti mandano in tilt il sistema va in tilt. L’assessore Barmasse ammette “il fenomeno è in aumento per cause immodificabili”

Foto repertorio

Foto repertorio

Nella seduta consiliare del 15 dicembre 2022 il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha illustrato un'interpellanza sul fenomeno del "boarding", ovvero il  prolungato stazionamento dei pazienti già valutati e in attesa del posto letto, presso il Pronto soccorso dell'ospedale di Aosta.

“Quando non ci sono posti liberi nei reparti - ha esordito il Capogruppo della Lega, Andrea Manfrin – i pazienti devono attendere in Pronto soccorso, spesso rimanendo in barella per ore, se non giorni”.

Quattordici medici del settore emergenza presso il Parini hanno firmato una nota segnalando la criticità, evidenziando che il numero dei pazienti “parcheggiati in Pronto soccorso è pari al numero delle 16 postazioni di disponibili  e che l'accettazione di nuovi pazienti è ostacolata per una mera questione di spazi.

“Oltre alla testimonianza diretta dei medici – ha aggiunto Manfrin (nella foto) -  abbiamo anche quella di pazienti che, dopo aver atteso lungamente in Pronto soccorso, sono ricoverati in reparti che non corrispondono alla diagnosi ricevuta”.

Per la serie mal comune mezzo gaudio, l'Assessore alla sanità, Roberto Barmasse, ha replicato dicendo che “il problema presente in tutti i pronto soccorso. Nel dopo Covid questo fenomeno si è accentuato e le difficoltà, prima presenti in alcuni giorni di periodi particolari dell'anno, si sono trasformate in un problema cronico”. Per l’assessore “il fenomeno è in aumento per cause immodificabili come le variazioni demografiche ed epidemiologiche della popolazione e per problemi organizzativi”.

Problemi organizzativi dovuti, secondo Barmasse,  “ad un mix di vari fattori tra cui: una riduzione di circa 50 posti letti a causa della carenza di personale sanitario e la ridotta funzione di filtro delle cure primarie; un tasso di ospedalizzazione molto alto (in parte collegato alle nostre caratteristiche demografiche ed epidemiologiche); una difficoltà nelle dimissioni presso le micro comunità, nonostante la Regione si sia dotata di 50 posti letto residenziali utili allo scopo e, in alcuni casi, ai tempi di degenza superiori alla media”.

L’assessore ha poi parlato di “aumento dell’occupazione dei posti letto per i pazienti non urgenti a scapito di quelli provenienti dal pronto soccorso”. Tutto questo nonostante l’attivazione di 10 posti letto nelle micro comunità per dimissioni rapide per i pazienti da inserire in attesa del posto definitivo.

Nell'ambito degli interventi legati al PNRR e in attuazione della programmazione prevista nella bozza di Piano per la salute e il benessere sociale, già approvato ad aprile, Barmasse (nella foto) ha detto che “si stanno predisponendo delle attività di riorganizzazione del territorio più a lunga scadenza tra cui l'introduzione di nuovi setting di assistenza residenziale sociosanitaria (Ospedale di Comunità, Morgex, revisione dei setting di alcune microcomunità) che faciliterà la riduzione del numero di ricoveri inappropriati e dei giorni di degenza media in ospedale, liberando posti letto e garantendo una risposta sanitaria più efficiente ed efficace alle condizioni del paziente”.

E’ poi prevista una revisione della medicina di base e delle cure di prossimità con la costituzione di Aggregazioni funzionali territoriali e di Unità complesse di cure primarie “per aumentare – ha aggiunto Barmasse - la risposta ai bisogni di assistenza sanitaria sul territorio nelle fasi non acute e trasformazione dei poliambulatori nelle Case della Comunità, al fine di diminuire l'accesso in ospedale”. L’assessore ha poi parlato di “incremento delle misure di attrattività per il personale sanitario e interventi legislativi regionali specifici per facilitare l'Azienda USL nel reperimento di personale necessario alla riapertura totale dei reparti”.

Giustamente Manfrin, nella replica ha ricordato e sottolineato che del problema non si era mai sentito parlare in Valle, nonostante l’assessorato e l’Usl ne fossero a conoscenza.

E’ un fenomeno, quello del parcheggio dei pazienti al pronto soccorso, con cui “abbiamo ormai purtroppo preso una certa familiarità, vista la frequenza con cui si manifesta nel nostro pronto soccorso. Quello che potrà confermare o smentire la bontà dell'azione del Governo nella soluzione di questa problematica sarà il ripetersi di questa criticità”.

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