Le guerra personali nell’Uv rischiano di mettere inginocchio la Valle d’Aosta. E quando ci sono le bande in campo più nessuno capisce che quando c’è una priorità da affrontare serve l’unità. Uno vuole mandare a Roma il presidente per prendere il suo posto; l’altro vuole madare a Roma un consigliere così gli subentra; uno vuole mandare a Roma un assessore così entra in giunta. E avanti così.
E avanti così come nella favola del pifferaio di Hamelin. Per chi non la conoscesse racconta della città di Hamelin invasa dai topi, così il sindaco decide di ricompensare con una borsa piena d'oro chiunque disinfesti la città. In quel momento arriva un uomo con un piffero, con cui comincia a suonare, attirando tutti i topi fuori dalle mura. Il musicista, dopo aver fatto sparire per magia i topi, torna ad Hamelin a richiedere il compenso, ma l'avido sindaco, d'accordo con i cittadini, non rispetta quanto pattuito e decide di ricompensarlo con una sola moneta.
Il pifferaio decide pertanto di punire gli abitanti della città e così si mette a suonare di nuovo il piffero, attirando questa volta l'attenzione di tutti i bambini della città, indaffarati nelle faccende domestiche. Dopo aver sfondato le porte, essi lo seguono, fino a giungere di fronte a una montagna. L'uomo, con alcune melodie, apre un passaggio nella roccia, che conduce a un grandissimo parco giochi, dove i bambini potranno giocare per sempre. Ma spariscono.
Oggi inizia un nuovo giro di consultazioni, ma è chiaro che il buon senso vorrebbe che la colazione elettorale autonomista parta dai 18 consiglieri regionali e quindi i partiti che li esprimono ed allargare il tavolo a Pour l’Autonomnie che ha manifestato disponibilità al confronto costruttivo e giungere ad una maggioranza di 20.
Se poi in un momento di lucidità e lungimiranza il pifferaio della Petite patrie proponesse che siano i sindaci a proporre i due candidati allora il gioco sarebbe fatto ed i valdostani potrebbe guardare al futuro con maggiore serenità.
Per il momento a nessuno è servita la lezione di Letta e Calnda che per tentare di consegnare l’Italia alle destre hanno trovato l’intesa. Le elezioni politiche in Valle seguono il medesimo filone.
Nessuno a capito che la campagna elettorale si svolgerà sui giornali ed in Tv monopolizzata quindi dai partiti dalla destra. Nessuno ha capito che si deve fare un programma ed una campagna elettorale in Valle d'Aosta per la Valle d'Aosta.
Il paradosso degli autonomisti in cui nessuno fa quello che avrebbe voluto e tutti rischiano di pentirsene. Dopo avere aizzato per anni i propri sostenitori gli uni contro gli altri gli autonomisti unionisti dovranno trovare alla svelta insospettabili lati positivi nei tanti usciti e in chi si dice portavoce del neoliberismo.
Dopo tante schermaglie, l’alleanza deve essere siglata. L’Uv ed il Pd dovranno cedere molto sull’altare coalizione autonomista; anche senza leader unitari si deve dare ai valdostani il sogno di una nuova offerta politica.
Per questo è necessario che scendano in campo i sindaci che nella pandemia hanno saputo dare fiducia ai valdostani frastornati dal covid. Ovviamente partedo dai 18 e unità dopo unità aggregare le sensibilità diverse pronte a contrastare la destra.