Ora che la telenovela sulla maggioranza regionale si è finalmente conclusa, non possiamo che constatare che, indipendentemente dall’epilogo della vicenda (se di epilogo si tratta...), tutto quello che è successo è l’ennesima dimostrazione che la Valle d’Aosta è ostaggio di un sistema politico che non funziona più.
I valdostani sono costretti ad assistere ad una deriva etica e morale in cui il voto popolare viene immancabilmente disatteso. Gli eletti passano senza ritegno da un partito all’altro e i partiti da una maggioranza all’altra come se nulla fosse, nel nome di una “realpolitik” funzionale solo a camuffare giochi di palazzo che nulla hanno a che fare con la buona pratica amministrativa a cui la politica dovrebbe tendere.
Assistiamo, ormai attoniti, ad uno spettacolo che ripropone sempre lo stesso imbarazzante copione, per altro interpretato più o meno sempre dagli stessi camaleontici attori. Per questo abbiamo aderito con convinzione al “CRE” e ci siamo fortemente ingaggiati per provare a dare seguito ad una riforma elettorale che faccia eleggere direttamente ai Valdostani il Presidente della regione e la sua maggioranza, affinché il Consiglio Valle torni ad essere il vero punto di riferimento della politica regionale. Quella di oggi, semplicemente, non è politica.
Vogliamo, quindi, ringraziare i compagni di viaggio del Comitato e, soprattutto, i 3000 e più tra uomini e donne che hanno messo nero su bianco che la nostra regione non può più permettersi di “tirare a campare” appoggiandosi su equilibri di governo precari e tenuti assieme con il pallottoliere.
Spostando lo sguardo a livello nazionale, rivolgiamo un caloroso invito per recarsi alle urne domenica 12 giugno a votare SI ai quesiti referendari, perché l’Italia ha bisogno di una giustizia più rapida e che non scarichi sul cittadino le inefficienze dello Stato.