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CRONACA | 19 maggio 2022, 17:00

Il Circolo Valdostano della Stampa parla di guerre per contribuire a costruire la pace

'Ugo Lucio Borga onora la Valle e il nostro Circolo al servizio della pace' sottolinea la presidente del Circolo, Maria Grazia Vacchina

Mara Grazia Vacchina e Ugo Lucio Borga

Mara Grazia Vacchina e Ugo Lucio Borga

Immagini e parole hanno fatto capire cosa possono provare bambini donne ragazzi e uomini che vivono nel mondo della guerra Un serata di alto livello culturale ma che al tempo stesso ha impresso nella mente i drammi, i dolori, le angosce, le tragedie delle guerre note e meno note.

Tutto questo e tanto altro è stato il recente appuntamento conviviale del Circolo della Stampa che martedì sera 17 maggio, nella sala del ristorante ‘Intrecci’ in via Binel ad Aosta, affollata da un sempre maggiore numero di presenti, incentrato sul tema: ‘CRONACHE DAI FRONTI AFGHANISTAN-UCRAINA’.

Un incontro fortemente emotivo accompagnato dalla mai cruente ma dure immagine delle foto scattate da Ugo Borga, fotoreporter di guerra che ha fatto toccare con mano, suscitando emozioni e riflessioni, momenti di guerra. Per poter accedere al poco cibo e utilizzare le preziose ricariche per i cellulari, gli abitanti di una cittadina nel Donbass devono mettersi in fila,  baciare e dichiarare fedeltà alla croce portata al collo da un soldato russo della Milizia ortodossa.

E' la descrizione della fotografia del 2015 che testimonia quest’obbligo irrituale scattata da Ugo Lucio Borga,  giornalista e fotoreporter di guerra che giustamente e meritatamente Maria Grazia Vacchina, Presidente del Circolo, ha definito un professionista che “onora la Valle e il nostro Circolo nel mondo al servizio della pace”. Infatti “I reportage di Ugo Lucio Borga relativi a conflitti armati: dalla Siria all’Iraq, all’Ucraina, al Bangladesh, al Congo, al Libano, alle Filippine, comprese le cosiddette ‘guerre dimenticate’, crisi umanitarie, questioni sociali e ambientali sono pubblicati su prestigiose testate internazionali e conoscono mostre prestigiose dentro e fuori la Valle; le sue pubblicazioni (Il sudario di latta, Taccuini di guerra; Soldat 1. Guerra in Ucraina; La luna si nasconde. Diari dall’Africa in guerra) fanno ormai storia. Capace di cogliere luce di speranza e calore di umanità nella e oltre la distruzione e la disperazione, Ugo Borga ci regala il frutto prezioso di quanto ha dato e ricevuto. Il suo intervento è determinante per il contributo che cerchiamo di portare alla qualità dell’informazione non solo valdostana”.

Ugo Lucio Borga ha dato una grande contributo, raccontando, senza necessità di particolari truculenti ma con lucidità e professionalità, gli inferni ucraino e afghano dei quali è stato a lungo testimone. Scopo principale della sua missione in terra ucraina, scoprire e testimoniare crimini di guerra oltre a Bucha.

“Le occasioni in questo senso, purtroppo, non sono mancate” ha precisato Borga. Tanti e variegati gli aspetti trattati nella sua relazione: sfatando il mito della ‘Ucraina nazista’, il giornalista ha spiegato che “quello che i russi chiamano ‘nazismo’ e con il quale tentano di giustificare l’invasione e la guerra non ha nulla a che vedere con l’esaltazione di Hitler e della svastica. Putin e suoi fedeli chiamano ‘nazisti’ i nazionalisti ucraini ma più genericamente chiunque nei Paesi confinanti non si voglia sottomettere all’egemonia russa. Un’efficace propaganda, che ha purtroppo fatto breccia nel popolo moscovita come in quello delle regioni più lontane, ha trasformato in ‘nazisti’ e fascisti’ persone sicuramente battagliere e resistenti ma che non sono assolutamente nostalgici del Terzo Reich,  bensì difensori strenui della loro Patria”.

Borga, sempre coadiuvato dalle immagini da lui stesso realizzate, ha poi ripercorso la vera e propria guerra civile che dal 2014 insanguina il Donbass, ricordando che fu sempre e comunque la Russia di Putin a invadere il territorio nel 2014, approfittando di un ‘vuoto’ istituzionale e amministrativo generato dagli scontri seguiti alla grave crisi politica ucraina: “Da otto anni la popolazione del Donbass vive sotto assedio, fuggire è quasi impossibile, la rassegnazione e la paura sono costanti nella vita quotidiana di tutti, civili e militari, ruoli questi che in verità spesso si confondono  in tutta l’Ucraina”.

Il fotoreporter valdostano ha poi dedicato la parte finale della relazione al martoriato Afghanistan, sottolineando come quella degli americani e della Nato sia stata più una ‘ritirata dal campo’ che un ritiro strategico. Una ritirata che ha dato mano libera ai talebani e ha riacceso contraddizioni e rancori mai sopìti. Borga ha reso noto che l’Amministrazione Biden ha addirittura  deciso di ‘stornare’ i fondi destinati alla popolazione afghana piegata da anni di guerra e di embargo per erogarli in favore delle vittime del crollo delle Torri Gemelle.

L’inviato sul fronte di guerra ha anche mostrato la foto di un’aula di tribunale afghano dove alle donne è stato riconosciuto da un giudice il diritto di accettare o rifiutare l’uomo scelto come sposo dalle loro famiglie. “Una sentenza importante e forse per molti di noi inattesa e quasi stupefacente - ha detto Borga - che dimostra una volta di più quali e quante siano le contraddizioni e le problematiche di rapporto che animano oggi la vita della comunità afghana”.

ascova

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