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| 28 aprile 2022, 13:22

Diritto all’oblio oncologico, AIOM: raccolte più di 60mila firme

Fondazione AIOM chiede una Legge per il Diritto all’oblio oncologico, per tutelare i cittadini guariti dal tumore ma discriminati nell’accesso ad alcuni servizi, come la stipula di assicurazioni e di mutui, l’adozione di un figlio e l’assunzione sul lavoro

Diritto all’oblio oncologico, AIOM: raccolte più di 60mila firme
La prima campagna per ottenere una legge per il Diritto all’oblio oncologico ha raggiunto più di 60mila firme in tre mesi. Oggi, in Italia, quasi un milione di persone sono guarite da un tumore, ma rischiano di subire discriminazioni nell’accesso a servizi, come la stipula di assicurazioni e di mutui, l’adozione di un figlio e l’assunzione sul lavoro. Queste le motivazioni che hanno spinto Fondazione AIOM a lanciare questa campagna, attraverso l’iniziativa “Io non sono il mio tumore”.
Come spiegato da AIOM, sono numerosissime le testimonianze di persone che, nonostante fossero guarite, si sono trovate in difficoltà nel richiedere diversi servizi.
“Tra le storie che ci sono arrivate attraverso il sito c’è quella di Francesco, 33 anni, che non ha potuto adottare un figlio a causa di un tumore alla tiroide curato ben tredici anni prima – racconta Ornella Campanella, membro del CDA di Fondazione AIOM e presidente dell’associazione aBRCAdabra -. Laura, che di anni ne ha 45, non ha ottenuto un mutuo per avviare la sua attività nonostante sia guarita da un tumore al seno da più di quindici anni”.
Il progetto, partito a gennaio con l’avvio della raccolta firme, la distribuzione online della prima guida sul Diritto all’oblio oncologico e una forte campagna social, si arricchirà ora di ulteriori attività, come la distribuzione della guida cartacea, la raccolta firme negli ospedali e due ‘passeggiate di salute’, che si svolgeranno a Pescara e Roma durante l’estate.
In soli tre mesi abbiamo raggiunto più della metà delle adesioni necessarie a portare il tema all’attenzione dei legislatori – afferma Giordano Beretta, presidente di Fondazione AIOM –. Abbiamo ascoltato e raccolto le storie di moltissimi ex pazienti, che si sono trovati a vivere situazioni surreali e ingiuste. Sono 3,6 milioni le persone che, in Italia, vivono con una diagnosi di cancro. Il 27% di loro, circa un milione, è guarito. Sono numeri importanti, che non possiamo più ignorare. Ora chiediamo a tutti uno sforzo per continuare a diffondere l’iniziativa fino a raggiungere le 100mila firme”.
“Grazie all’innovazione dei percorsi terapeutici, oggi, molti tumori possono essere curati o cronicizzati – dichiara Saverio Cinieri, presidente AIOM –. Questo spiega l’aumento delle persone che vivono anche a molti anni di distanza da una diagnosi.
“Ogni neoplasia – prosegue Cinieri – richiede un tempo diverso perché chi ne soffre sia definito ‘guarito’: per il cancro del testicolo e della tiroide sono necessari meno di 5 anni dalla conclusione delle cure, per il melanoma e il tumore del colon meno di 10. Bisogna attendere 15 anni per molti linfomi, mielomi e leucemie e per il rene e la vescica. Supportare questa campagna significa offrire l’opportunità agli ex pazienti di vivere una vita libera dal ricordo della malattia. L’obiettivo di 100mila adesioni, che a gennaio sembrava irraggiungibile, oggi è davvero vicino ed è tutto frutto del lavoro delle associazioni pazienti, degli oncologi di AIOM e dei cittadini”.

Bruno Albertinelli

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