Una delle ragioni per le quali l’uomo ha cominciato a salire le montagne è stata quella di osservare, di guardare cosa si vedesse da lassù, che orizzonte ci fosse dall’altra parte. Alcune montagne offrono orizzonti parziali, incompleti. Altre regalano invece orizzonti totali, stupefacenti, di pura ammirazione e, se possibile, di estasi.
È il caso dello sconosciuto picco di Tschuggen sopra Grindelwald al cospetto della fenomenale trilogia Eiger, Munch e Jungfrau.
Verso il Lauberhorn
Vetta scoperta su un calendario fotografico di cime, situata davanti alla Nord dell’Eiger. Già questo fattore le conferisce un’importanza di primo piano. La sua forma inoltre è quella che di più attraente si può sognare d’incontrare come cima ideale. Un triangolo perfetto da ovunque la si guardi. La meta ideale per ogni alpinista assetato di cime e di bellezze estasianti. E così è stato anche per noi. La realtà supera di gran lunga l’immaginazione perché è posta al posto giusto per incantare anche il più disincantato degli alpinisti. Il fatto più strabiliante è che sul luogo nessuno sa indicarti la via di salita e le sue reali difficoltà. Una cima veramente sconosciuta o a torto poco frequentata.
SCHEDA TECNICA del TSCHUGGEN:
Quota: 2520 m
Difficoltà: Medio Facile con il passo chiave esposto (proibito scivolare)
A: T3/T4 equivalente al nostro EE+ (corda usata nel tratto chiave in discesa)
Accesso: autostrada “Torino – Milano” fino alla deviazione per Gravellona Toce. Proseguire per il Sempione. Si supera Domodossola, senza uscire dalla tangenziale che conduce al passo del Sempione. Si scende a Briga e si prosegue per Morel, Fiesch sino a Gletsch per affrontare il Passo del Grimselpass sul fianco sinistro dell’attiguo più conosciuto passo del Furka.
Quindi discesa verso Meiringen, Interlaken (percorrendo tutta la sponda del lago destro senza autostrada, sponda sinistra con autostrada con abbonamento obbligatorio), Grindelwald e poi col trenino dello Jungfraujoch scendere alla stazione di Kleine Scheidegg (2061 m), posta sotto la nord dell’Eiger e meta di partenza per la nostra ascensione (11 agosto 2015, data della nostra salita, prezzo A.R. 52 € a testa convertiti in Franchi svizzeri)
Dislivello: 470 m circa (a causa di alcuni saliscendi, 459 m se calcolati matematicamente).
Ore salita: 2,30 h
Discesa: 1,30 h o 3,30 h (scavalcando anche il Lauberhorn)
Totale: 4 h o 6 h in totale con la digressione al Lauberhorn.
Lo scenario che si domina attorno
Descrizione itinerario: Dalla stazione di arrivo di Kleine Scheidegg (2061 m), si prosegue nella direzione opposta alla parete nord dell’Eiger prendendo una stradina chiusa al traffico a mezza costa, molto frequentata, che porta verso Mannlichen (stazione di arrivo della funivia che da Grund con intermedia a Holenstein conduce in questo sito con un albergo proprio sotto la nostra cima che da qui pare una guglia inespugnabile).
Per gli amanti dell’escursionismo è bello raggiungere questo ameno luogo perché si può continuare sulla pista chiusa al traffico godendo sempre della vista dei tre colossi: Eiger, Monch e Jungfrau, della nostra apparentemente inaccessibile cima (Tschuggen), raggiungendo invece facilmente sempre su stradina chiusa al traffico la stupenda cima del Mannlichen (2342 m). Per salire invece sul Tschuggen, arrivati in prossimità dell’impianto invernale omonimo, portarsi sulla pista di discesa e per la manutenzione sino ad arrivare alla stazione di arrivo. Da qui si ha la gradita sorpresa di trovare un sentiero che transitando su una valletta colma di massi e piccoli dirupi conduce ad un pilastro artificiale proprio sotto la nostra cima.
Da qui una traccia ben battura s’inerpica a zig zag sul ripido costolone sino al passaggio chiave che consiste in una paretina sporgente su un imbuto verticale tipico dei canaloni a pendenza estrema (guai cadere). Assicurare a corda chi soffrisse di vertigini o non fosse ben stabile sulle gambe. Questo passaggio può essere evitato con una diagonale altrettanto delicata sulla sinistra di chi sale, in direzione di una placca inclinata cosparsa di detriti che rende scivoloso e precario questo traverso posto su un terreno sdrucciolevole su cui è difficile arrestare un’eventuale caduta, tanto da consigliare il più verticale ed esposto passo chiave.
La nostra meta avvolta da nubi minacciose
Appena superato questo tratto la pendenza si attenua e senza più problemi la traccia supera le residue balze rocciose inclinate sino al segnale di vetta (inusuale ammennicolo con libro di vetta per le firme). La cima è un vero nido d’aquile tanto è esile e scosceso con infide pareti che strapiombano per varie centinaia di metri sull’opposto versante e il sottostante abitato di Lauterbrunnen famoso per la limitrofa cascata dello Staubbach, una delle cascate più alte d’Europa, che si getta da una parete rocciosa alta circa 300 metri.
Discesa: Dalla vetta scendere per lo stesso itinerario della salita sino alla stradina sottostante percorsa in salita che riconduce al punto di partenza (ore 1). È comunque possibile una digressione alla facile e frequentata cima del Lauberhorn.
Data fatta: 11 agosto 2015
Segno di vetta: Libro di vetta e una strana forchetta infilata dritta con legna per la barbecue
Si può abbinare a questa salita rientrando anche il Lauberhorn
SCHEDA TECNICA DEL LAUBERHORN:
Quota: 2472 m
Cenni generali: Vetta dirimpettaia al Tschuggen, questa rispetto alla precedente molto frequentata e di facile accesso.
Difficoltà: Elementare la normalissima, facile il raccordo del sentiero da noi percorso. T/E (facile)
Accesso: Come il precedente Tschuggen
Dislivello: 411 m circa (800 m circa facendo anche il Tschuggen).
Ore salita: 1,30 h (4 h con il Tschuggen)
Discesa: 1 h o 3,30 h (scavalcando anche il Tschuggen)
Totale: 2,30 h o 6 h in totale con la digressione al Tschuggen.
Descrizione itinerario:
Libro di vetta sul Tschuggen
Dalla stazione di arrivo di Kleine Scheidegg (2061 m), si prosegue nella direzione opposta alla parete nord dell’Eiger prendendo una stradina chiusa al traffico a mezza costa, molto frequentata, che porta verso Mannlichen. Per salire solo questa montagna senza lo Tschuggen (ma volendo comunque fare un anello) prima di arrivare in prossimità dell’impianto invernale del Tschuggen, in una rientranza della valle, prendere un sentiero contrassegnato da bassi pali rossi e bianchi che conducono ad un traverso verso sinistra che adduce ad una spalla della cima. Da qui con un successivo traverso ci si porta sulla cresta della via normale di ascesa.
In salita abbiamo toccato la stazione di arrivo dell’impianto invernale e poi a zig zag in prossimità della cima ci si porta a una rete di protezione che cinge tutta la sommità per proteggere i turisti dalla spaventosa parete che precipita su Lauterbrunner. Anche la cresta che volge verso lo Tschuggen è rocciosa e verticale anche se molto meno alta.
Discesa:
Dalla vetta scendere lungo la protezione per andare a prendere il sentiero che si appoggia sulla pista che in estate è la via di discesa più facile e che con diverse serpentine riporta alla stazione di partenza di Kleine Scheidegg (bell’anello).
Segno di vetta: Rete di protezione, panchina e piccolo ometto con croce scolpita a terra.
Mauro Carlesso in vetta allo Tschuggen