Il pastrano
Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa
era un pastrano di lana buona
un pettinato leggero
un pastrano di molte fatture
vissuto e rivoltato mille volte
era il disegno del nostro babbo
la sua sagoma ora assorta ed ora felice.
Appeso a un cappio o al portabiti
assumeva un’aria sconfitta:
traverso quell’antico pastrano
ho conosciuto i segreti di mio padre
vivendolo cosi, nell’ombra. Alda Merini
Mi sono imbattuto in questa splendida poesia di Alda Merini che mi ha riportato alla mia infanzia e alla mia giovinezza. Ricordo di giacche rivoltate, di scarpe passate a me da mio fratello più grande. Di abiti passati da una sorella all’altra. Di abiti rivoltati. Tutto questo per far vivere più a lungo gli indumenti in un momento di povertà ma di grande dignità.
Oggi in quel che era il paese del bengodi, ma di scarsa coerenza e dignità, sono tornati di moda i pastrani rivoltati. Ovviamente si tratta dei pastrani politici che ad ogni mezza stagione vengono rivoltati e foderati con trame di colore utili a indirizzare la quaglia in qualche gabbia nuova.
La differenza tra i pastrani di Ala Merlini ed i nostri sta tutta nella qualità: di lana buona quelli della poetessa di cascame quelli politici chez nous. Non so se Pierluigi Maquis ha ragione quando dice che “una democratica e moderna politica di centro che la maggior parte dei valdostani si riconosce, senza per questo rinunciare all'autonomismo”.
Penso però che sia difficile coniugare politica di centro e autonomismo. Più complicato ancora è che la politica di centro e la difesa dell’autonomismo la possano fare i voltagabbana, i traditori elettorali che si presentano con una casacca e poi si mettono sul mercato e si offrono al miglior offerente pur di avere un seggiolone.
Vengono i brividi sentire parlare i nani politichini di grandi strategie e nuovi progetti politici. Si tratta, infatti, di progetti utili solo a continuare a riempire la greppia di chi li propone.
Sentire dire in Valle d’Aosta che l'epoca degli estremismi del populismo e del sovranismo è naufragata e che il popolo cerca sicurezza e stabilità nel centro moderato viene da chiedersi da dove parlano i novelli profeti. Se in Valle esistono estremismi del populismo e del sovranismo è proprio perché sono troppi i saputi che fanno politica per interesse personale, senza ideologia, senza dottrina. Senza tensione morale ma ricchi di putrido opportunismo. Saputi che vogliono predicare il nuovo dopo che ci hanno fatto precipitare in questa situazione. Sono loro, da decenni al potere, che ci hanno fportate sull'orlo del precipizio.
Il dramma è che dietro ai tanti nani che hanno turlupinato gli elettori c’è un organizzatissimo management, fuori dal tempo, che li manovra come burattini, li radiocomandano, li gestiscono per fini per nulla chiari ma di sicura voracità. I nomi dietro le quinte sono sempre gli stessi.
Si esca una volta per tutte dalle stupidaggini di questi ultimi tempi che stanno facendo breccia in Valle per colpa degli autonomisti che continuano nelle diatribe personali, nelle lotte di potere. Un tempo l’autonomismo era patrimonio dei migliori. Non dell’io o lui, non con lui. Stiamo attraversando un momento difficile, forse drammatico, costellato da tensioni e da guerre personali. Abbiamo bisogno delle menti migliori, delle esperienze più significative, delle personalità con relazioni nazionali e internazionali. Abbiamo bisogno di responsabilità.
Non possiamo più perdere tempo con i pastrani politici rivoltati.
Affidiamoci a menti nuove, aperte e coerenti; rispettose degli impegni assunti con gli elettori.