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CRONACA | 22 maggio 2021, 10:30

Tante proteste per un disegno di legge che invoca tolleranza per le diversità

INTERVISTA A GIOVANNI GIRARDINI CHE RISPONDE ‘PER ESPERIENZA’ ALL’ASSOCIAZIONE COMUNQUE VALDOSTANI

Giovanni Girardini

Giovanni Girardini

Di Ddl Zan se ne sta parlando molto, a volte bene a volte male: sono state diverse le manifestazioni in piazza nei giorni scorsi in favore del disegno di legge, Roma e Milano le più grandi ma da Aosta a Catania migliaia di persone si sono riunite in favore della proposta.

Molte le proteste anche contro il disegno di legge, che hanno portato a momenti di tensione, soprattutto a Milano. La discussione sul ddl Zan polarizza l’opinione pubblica, in un dibattito esasperato che porta sempre allo scontro tra chi è a favore e chi è contro.

Il 17 maggio è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, e in questa cornice si inseriscono le parole del Presidente della Repubblica Mattarella: “La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza.”

In Valle d’Aosta la politica tace forse per una questione culturale ed elettorale. Giovanni Girardini, consigliere comunale di Aosta e presidente di Rinnovamento VdA, con grande dignità e senza esibizioni ha ‘portato’ le sue diversità. Perché tanta discussione sul disegno di legge del parlamentare Zan?

“Ciò che ritengo triste è che un paese moderno come l’Italia si ritrovi a doversi pronunciare sulla tolleranza delle diversità quando peraltro la stessa nostra Costituzione chiarisce in modo estremamente chiaro la posizione che dovrebbe essere di tutto il popolo italiano. Eppure siamo ancora qui a discuterne, a farne questioni di appartenenza politica mettendoci le cosiddette bandierine, e c’è chi si ostina a fare dei distinguo per paura che il ribadire in modo forte ciò che già dice la Costituzione, ma che palesemente non è ancora pensiero e atteggiamento della nostra società, apra a rischi legati in particolare all’educazione”.

L’Italia e la Valle sono ancora intolleranti?

“Che la tolleranza non sia ancora un atteggiamento della nostra società non è certo qualcosa che si debba dimostrare. E’ qualcosa che si constata quotidianamente e l’ho vissuto io sulla mia pelle”.

Cioè?

“Qualche anno fa quando, candidato nelle fila dell’Union Valdotaine per il Consiglio Comunale di Aosta, fui aggredito da un giovane che mi gridò che non voleva che un «frocio» sedesse in Consiglio, ma, peggio ancora, devo ricordare che nella stessa occasione fu pubblicato da un noto settimanale valdostano un articolo a firma di persone appartenenti ad un gruppo religioso cattolico in cui si leggeva l’angoscia di avere un gay nelle fila della maggioranza che amministrava la città”.

Ma questa è cosa vecchia…

“Se questo accadde una dozzina di anni fa è pur vero che nel tentativo di denigrarmi e buttare fango sulla mia persona, in occasione della mia candidatura a sindaco, si usò un filmato di una mia festa in maschera in occasione di halloween con i miei dipendenti dove il sottoscritto ballava vestito da donna durante la festa peraltro privata. Il video girò in lungo e in largo tutta la Valle e fu diffuso per screditarmi in quanto gay festaiolo. Le foto furono pubblicate addirittura da giornali nazionali”.

Cose inaudite….

“Gravissimo a mio avviso fu il non prendere posizione contro questo modo di fare politica e contro l’uso in genere di strumenti denigratori come questo, segno di intolleranza delle diversità, da parte dei miei avversari politici che tentarono di cavalcare l’effetto di questo video e la reazione della gente”.

E oggi?

“Oggi queste stesse persone sono tra quelle che, appartenendo a forze di sinistra, sostengono a spada tratta questo Decreto Legge e vogliono mettere la loro bandierina. Tutto ciò non lo racconto per rivendicare qualcosa di personale, o per fare la parte della vittima, ma per dimostrare quanto ancora oggi molte delle persone che sostengono a parole questo decreto in realtà non abbiano la mentalità che questo decreto vorrebbe che fosse di tutti”.

Quindi il problema arde e scotta ancora?

“Il problema c’è, eccome! L’Italia è proprio un paese strano! Dobbiamo ancora discutere di questo come dobbiamo ancora parlare di quote rosa, come se le donne fossero alla stregua del panda da proteggere dal rischio di estinzione”.

Di tutto ciò sarebbe bello non doverne più parlare?

“Vorrei poter non rompere le scatole al mondo per la mie diverse scelte sessuali ed essere considerato un cittadino come gli altri e non come se la mia affermazione potesse far correre il rischio di togliere qualcosa ad altri ed in particolare alla cosiddetta famiglia tradizionale che peraltro considero il fondamento primo della nostra società e per la quale credo che dovrebbe essere fatto molto di più per sostenerla e per aiutarla in un momento di così grande difficoltà economica e non solo”.

Vuole prova a spiegarci la realtà omossessuale?

“La realtà omosessuale è una realtà sempre esistita e che la nostra società moderna, contrariamente a società di epoche passate che peraltro non definiamo moderne, ha obbligato al segreto condannando milioni di persone nel mondo ad una vita « doppia » con la sofferenza e il disagio che ne conseguono”.

Cioè?

“A questo proposito voglio ricordare la frase che mia madre più di 20 anni fa mi disse quando le comunicai piangendo che avevo capito di essere gay. Io piangevo e lei, con la massima calma, dall’alto della sua quinta elementare, mi disse: «Giovanni, perché piangi ! Non sarà facile….la gente è cattiva! Ma ricordati che non c’è cosa peggiore che vivere la propria vita facendo finta di essere ciò che non si è!».

E oggi?

“Vorrei poter gridare al mondo e convincerlo con il mio grido che la diversità non può essere negata e che la diversità non toglie nulla a chi vive nei cosiddetti canoni sociali. Vorrei vedere un giorno, prima che a morire tocchi a me, la gente felice di sedersi a tavola con un diverso e ridere, fare festa e parlare di altro, soprattutto dei veri problemi che affliggono e affliggeranno sempre, purtroppo, il nostro mondo”.

Grazie.

Ddl Zan: cos’è

Il 4 novembre 2020 la Camera dei Deputati approva, con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto, un Disegno di legge, il numero 2005, che ha come relatore il deputato del Partito Democratico Alessandro Zan (nella foto in basso). Il titolo del Ddl reca “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“.

Un testo breve, 10 articoli in tutto, che punta innanzitutto a modificare l’articolo 604-bis del Codice Penale, sul reato di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa“. L’articolo del codice penale prevede “la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.

Il Ddl Zan aggiungerebbe all’articolo già citato le seguenti parole: oppure fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.”

Verrebbe modificato anche l’articolo 604-ter sulle circostanze aggravanti “Per i reati punibili con pena diversa da quella dell’ergastolo […] ovvero al fine di agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i loro scopi le medesime finalità.”

Ddl Zan: le modifiche alla Legge Mancino

La cosiddetta “Legge Mancino” (L. 25 giugno 1993, n. 205), dal nome dell’allora proponente, il Ministro dell’Interno Nicola Mancino, è il principale strumento legislativo offerto dal sistema legislativo italiano contro i crimini d’odio e dell’incitamento all’odio.

Il Ddl Zan andrebbe a estendere l’applicazione della legge anche ai crimini d’odio e di incitamento all’odio per i motivi citati in precedenza. In caso di sospensione condizionale della pena, per gli stessi crimini sarebbero previsti anche i “lavori socialmente utili”.

piero.minuzzo@gmail.com

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