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CRONACA | 03 marzo 2021, 09:35

Direzione comunità Dahu di Brusson smentisce criticità, 'massima tutela verso utenti e operatori'

Direzione comunità Dahu di Brusson smentisce criticità, 'massima tutela verso utenti e operatori'

"Questa comunità insiste sul territorio da oltre vent’anni e ha dato risposte al disagio psichico di centinaia di pazienti residenti in Valle d’Aosta e afferenti da tutto il territorio nazionale". E' quanto si legge in una nota diffusa della Residenza terapeutica 'Dahu' di Brusson, dove recentemente sono stati accertati otto casi di Covid-19, sei pazienti e due operatori. La struttura è stata posta in qurantena ma in questi giorni sono circolate voci insistenti su altre problematiche gestionali che avrebbero reso critica la gestione generale della comunità (carenza di infermieri, di farmaci, pazienti circolanti senza mascherine ecc.).

Problematiche che la direzione smentisce in toto: "L’importanza dei nostri interventi è stata riconosciuta da tutti i servizi sanitari, pubblici e privati, con cui abbiamo collaborato.Questa comunità inoltre garantisce oltre 80 posti di lavoro ed è una presenza consolidata nel tessuto locale. Duole constatare che siano state date informazioni inesatte sia in riferimento all’emergenza Covid sia per ciò che riguarda le risposte terapeutiche che la struttura fornisce. Sin dal marzo 2020 questa comunità si è dotata di  procedure formali per il contenimento dell’infezione da Covid-19 e sino al mese scorso questo ha garantito la totale assenza di casi positivi".

Tali procedure, sottolineano i vertici del Dahu, "prevedevano la regolamentazione delle visite dei familiari e delle uscite dei pazienti e tutti i provvedimenti del caso e in collaborazione con l’azienda sanitaria della Valle d’Aosta, sono stati effettuati con regolarità tamponi molecolari e antigienici".

La settimana scorsa "grazie a queste indagini, abbiamo individuato la presenza di alcuni pazienti positivi che sono stati subito messi in isolamento e costantemente monitorati. Ciò ha consentito un contenimento significativo della diffusione del virus. Tutti i pazienti stanno bene, non presentano sintomatologia importante e sono monitorati regolarmente anche dall’Usca (secondo altre fonti non ufficiali, invece, l'Usca non sarebbe più andata al Dahu ndr).  

Anche alcuni operatori "sono risultati positivi e sono stati rimandati al domicilio per le necessità del caso e nel rispetto del protocollo. Alcuni operatori sono stati regolarmente vaccinati e sono preposti al contatto con i pazienti positivi. Questa struttura ha sempre garantito la fornitura di tutti i dispositivi di protezione individuale che gli operatori e i pazienti usano quotidianamente".

La direzione sottolinea inoltre che "sin da novembre scorso ad oggi,  si è determinato un significativo rapporto di collaborazione con l’Ausl, per la fornitura degli infermieri della struttura per l’effettuazione di tamponi a domicilio sul territorio regionale; questo ha garantito una sensibilità specifica nell’individuare casi positivi anche nella nostra comunità".

"Indubbiamente" l’emergenza coronavirus "ha messo a dura prova le risorse disponibili presenti, fortunatamente i medici hanno aumentato la loro presenza, mentre gli infermieri nonostante le difficoltà, hanno garantito la loro turnistica di base, rispettando lo standard previsto dalla normativa.

Risulta infine destituito da ogni verità le affermazioni per cui mancherebbero farmaci o altri dispositivi. Inoltre i pazienti isolati nei loro nuclei non possono circolare liberamente per la struttura. Il personale è stato ampiamente istruito affinché possa garantire loro tali protezioni di minima".   

pa.ga.

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