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FEDE E RELIGIONI | 02 febbraio 2021, 13:00

3 febbraio san Biagio, la benedizione della gola sarà comunitaria

Le disposizioni impartite dal vescovo di Aosta, Monsignor Franco Lovignana. Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana

3 febbraio san Biagio, la benedizione della gola sarà comunitaria

“Carissimi, vi scrivo ancora perché giustamente qualcuno mi ha domandato come procedere per la benedizione tradizionalmente impartita il tre febbraio in onore di San Biagio. 

In ragione della pandemia perdurante non sembra conveniente procedere con la benedizione individuale come di consueto. Per tanto faremo in questo modo: Terminata la celebrazione eucaristica, il Sacerdote si porrà davanti all’assemblea con le candele accese e incrociate e pronuncerà una sola volta per tutti la formula prevista («Per intercessione di San Biagio, Vescovo e Martire, il Signore vi liberi dal male di gola e da ogni altro male. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo») e traccerà su tutti la benedizione con le candele accese. Ricordo che tale benedizione si impartisce il giorno della memoria liturgica di San Biagio e che non è trasferibile alla domenica.

La stessa cosa vale anche per l’imposizione delle ceneri: non è trasferibile alla Domenica.

Il Messale prevede il rito delle ceneri solo nel primo mercoledì di quaresima. Non può essere spostato in altro giorno, e mai va compiuto di Domenica, neppure fuori della Messa: il forte monito penitenziale e il digiuno non sono compatibili con il fondamentale carattere pasquale della Domenica”.

E’ questa la nota del Vescono inviata ai parroci.

San Biagio, il martire che protegge dal mal di gola

Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della "pax" costantiniana. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A questo risale il rito della "benedizione della gola", compiuto con due candele incrociate. Nell'VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio

Poco si conosce della vita di San Biagio. Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per il mal di gola.

Inoltre San Biagio fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in moltissime città e località italiane, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica. È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto). Interessanti sono anche alcune tradizioni popolari tramandatesi nel tempo in occasione dei festeggiamenti del Santo.

red.

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