Circa un anno fa ho scritto un pezzo per la mia rubrica Il Rosso e il Nero a proposito del declino che affliggeva l'UNION. E indicavo tra le cause determinanti: un indebolimento delle strutture burocratiche regionali, inquinate da molteplici conflitti di interesse; una perdita del senso di governo della cosa pubblica; una strisciante, velenosa e contagiosa corruzione morale. "Per trovare un modo efficace per far fronte a tali mali - così chiudevo l'articolo - servirebbe all'Union una fortissima e spericolata dose di coraggio per ritrovare la sua antica genuinità".
Devo confessare che l'ottimo risultato elettorale dell'Union è stata per me, e per molti, una vera sorpresa e le dichiarazioni programmatiche di Erik Lavevaz sembrano davvero essere espressione di una voglia coraggiosa di riprendere un cammino smarrito da tempo. Seguendo in streaming i lavori del Consiglio mi è sembrato proprio di respirare aria nuova.
Riforma delle istituzioni con una nuova legge elettorale (la Valle d'Aosta è l'unica Regione italiana dove il Presidente della Giunta non è eletto direttamente dal popolo). Puntare ad una Nuova Autonomia con la riforma dello Statuto, da aggiornare per essere in linea coi tempi correnti e con le mutate esigenze. Riorganizzare la Pubblica Amministrazione per abbattere le barriere architettoniche di una burocrazia sempre più asfissiante.
Alzare degli steccati idonei a contrastare la criminalità organizzata, che non tarderà a riprendere i suoi tentativi di infiltrazione nella vita pubblica. Salvaguardare e rafforzare le autonomie amministrative degli enti locali. Rivedere i rapporti con lo Stato centrale. C'è, insomma, quanto basta per una vera resurrezione della Valle d'Aosta. Ma sarà così? Siamo certi che alla fine non sarà tutto come prima? E' veramente finito il "filibustering" che tanto ha caratterizzato i tempi passati? Questo è il punto! E, certo, non è di buon auspicio il fatto che, alla prima conta della nuova maggioranza, sia già mancato un voto (se ne sono contati 20 anziché 21).
E' qualcosa che sa di antico, che puzza di stantio e che colora di pessimismo le speranze per una vera rinascita della politica valdostana. Nel 1944, Frank Capra diresse un bel film dal titolo "Arsenico e vecchi merletti".
L'episodio del voto mancante nell'ultima Assemblea regionale potrebbe, parafrasando il titolo, essere definito "Arsenico e vecchi..difetti". Ah, dimenticavo: nel film di Capra, due "amabili" e vecchie signore erano solite avvelenare ogni nuovo inquilino del loro prestigioso... Palazzo. "Intelligenti pauca".