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ECONOMIA | 21 aprile 2020, 10:09

Savt ‘Testolin non si confronta con parti sociali’

RESTIAMO A CASA – Interrotta l’unitarietà con Cgil, Cisl e Uil il Savt ha scelto di percorre una strada autonoma rispetto all’iniziativa sindacale delle altre tre sigle.

Savt ‘Testolin non si confronta con parti sociali’

“Si deve lavorare per creare il prima possibile i presupposti affinché l'economia possa ripartire e le persone siano messe nelle condizioni di potere tornare a lavorare, possano tornare a sostenere la loro famiglia”. E’ la strada scelta dal Sav per uscire dall’emergenza coronavirus. UN’emergenza che ha acuito le diverse visioni tra il sindacato guidato da Claudio Albertinelli e le altre sigle sindacali Cgil, Cisl e Savt che proseguono la strada dell’unità.

“Il lavoro – si legge in una nota del Savt - è dignità e noi chiediamo, nel rispetto delle indicazioni della comunità scientifica, che si possa tornare a lavorare il prima possibile, senza doversi ridurre a dover aspettare il sostegno pubblico di turno. Sostegni che oltretutto hanno dei tempi del tutto incerti e sicuramente troppo lunghi per la loro erogazione”. 

Per il Savt “i sostegni economici pubblici alle famiglie e alle imprese possono essere utili esclusivamente per un periodo limitato di tempo. Non si può immaginare che reggano per diversi mesi. Oltretutto ci vorrebbero risorse economiche illimitate per immaginare che il sistema pubblico possa sostenere per un periodo illimitato di tempo tutto il tessuto economico”.

Tutte ragioni per le quali Albertinelli chiede che “si creino le condizioni per far ripartire il mondo produttivo ed economico in tempi ragionevolmente rapidi, ovviamente avendo come primo presupposto la garanzia per la salute degli operatori e degli utenti”. Ma tutto questo in Valle non avviene perché “al momento tutto tace. Non vi è nessuna interlocuzione tra il Presidente della Regione e le parti sociali per iniziare a confrontarsi sulle modalità con le quali fare ripartire il sistema, in primis garantendo la sicurezza di tutte le persone coinvolte”.

Tutto questo favorisce “il rischio è quello che, nel momento in cui  arriverà a livello centrale il via libera per delle riaperture, noi non ci troveremo pronti per farlo e saremo obbligati a perdere ulteriore tempo. E oggi più che mai il tempo è prezioso. Molte aziende, produttive e commerciali, sono già a forte rischio chiusura e la tempestività per loro significa vita o morte, ivi compresi i posti di lavoro che ne conseguono”.

E’ invece necessario, conclude la nota, che “l'obiettivo è trovare a livello regionale delle soluzioni che permettano al nostro sistema economico di reggere all'urto dell'emergenza coronavirus, salvando aziende e lavoratori. Altrimenti la nostra Regione cadrà in una crisi sociale ed economica dalla quale sarà molto difficile rialzarsi”.

pi.mi.

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