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Il rosso e il nero | 22 marzo 2020, 10:30

FINO A DATA DA DESTINARSI

FINO A DATA DA DESTINARSI

Siamo tutti in sospensione: uso un termine scolastico utilizzato per gli alunni "ribelli". E siamo tutti calati in una sorta di precariato che nessuno è in grado di evitare.

"Fino a data da destinarsi" si legge  sulle ordinanze e sui decreti degli enti pubblici a proposito dei mille divieti che riducono giorno dopo giorno le nostre libertà. E ognuno di noi spera che "a data da destinarsi" valga anche per la fine della vita, anche se  le impietose statistiche sembrano smentire questa regola. Ma l'essere umano è caratterizzato dallo spirito di adattamento e lo ha dimostrato nei millenni l'evoluzione della specie.

E la storia dimostra che l'umanità, per spirito di sopravvivenza, ha saputo convivere anche con le catastrofi e le guerre più terribili. Ed è proprio questo che anima la nostra quotidianità.

Ero bambino nel 1944. Il mio paese  ha vissuto l'arrivo delle forze alleate che salivano verso il Nord dopo essere sbarcate in Sicilia. In famiglia eravamo in nove componenti (padre, madre e sette figli) più un cane meticcio (chiamato goethianamente Faust), un cane  anarco-insurrezionalista per la sua abitudine di abbaiare e rincorrere ogni divisa di carabinieri o tonache di preti e monache che incontrava.

Mancavano i cosiddetti beni di prima necessità e mio padre girava in bici le campagne circostanti alla ricerca di farina, uova o di qualche pezzo di formaggio. Certo quella situazione non è paragonabile a quella attuale, ma le file davanti ai negozi di generi alimentari mi fanno pensare quasi ad una sorta di mercato nero o alle file davanti agli spacci di beni contingentati con tessere annonarie.

Ma ci stiamo adattando a tutto perché prevale sempre lo spirito di sopravvivenza e le relazioni sociali, nonostante tutto, non si sono interrotte. E ci sostiene anche  uno spirito di solidarietà e di sacrificio che ci fa ben sperare per un futuro migliore, anche se...fino a data da destinarsi.

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