Il "re dell'eolico", l'imprenditore Vito Nicastri, già condannato per concorso in associazione mafiosa, e ritenuto uno dei finanziatori della latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro, ha patteggiato una condanna a due anni e 10 mesi per corruzione e intestazione fittizia di beni davanti al tribunale di Palermo. I giudici gli hanno riconosciuto la circostanza attenuante della collaborazione con la giustizia. Il figlio Manlio, che risponde degli stessi reati, ha invece patteggiato una condanna a due anni.
Condannato nei mesi scorsi a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa e ritenuto tra i finanziatori della latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro, Nicastri, imprenditore alcamese che ha fatto una fortuna con le energie alternative, è tornato in cella ad aprile insieme, tra gli altri, ad Arata. Da giugno ha cominciato a parlare coi pm svelando i nomi dei protagonisti dell'ennesimo caso di corruzione nella burocrazia regionale siciliana. Una tranche dell'inchiesta della Dda di Palermo e' stata trasmessa a Roma e riguarda una presunta mazzetta che l'ex consulente della Lega avrebbe pagato all'ex sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri.