Se non si vuole solo piangere, c'è anche da sorridere, scorrendo le pagine dell'inchiesta Egomnia che altro non è che la Geenna 2 dei carabinieri del Gruppo Aosta. Sì perchè come si conviene a gente di 'ndrina, vera o presunta, i vari Di Donato, Giachino, Mammoliti, Nirta eccetera - interlocutori dei leader politici valdostani indagati per voto di scambio politico-mafioso - si erano dati tanto di alias per apparire più 'duri' nel senso spiccatamente cinematografico del termine.
E così, prendendo in prestito alcuni personaggi di Gomorra, il consigliere comunale sospeso Nicola Prettico era il 'Principino' o 'Principe'; il giovane aostano Francesco Mammoliti che con lui, e non solo, si interfacciava per gli accordi elettorali era 'Brillantina'; Bruno Nirta era 'La Belva' ed è tutto dire; Roberto Alex Di Donato si faceva chiamare 'Simba'; il fratello Marco Fabrizio era invece 'Rabbit'; Alessandro Giachino di soprannomi ne aveva due: 'Selvaggio' e 'De Las Vegas'; il suo presunto sodale Michele Antonio Moro era 'Ntoni Meu'.
I militari dell'Arma annotano anche che il dimissionario Presidente della Giunta Antonio Fosson - indagato per voto di scambio politico-mafioso insieme agli assessori dimissionari Laurent Vierin e Stefano Borrello e al consigliere Luca Bianchi - era uso rivolgersi ai suoi interlocutori con il saluto "ciao grande capo". Ma chi lo conosce sa che Fosson, soprattutto al telefono, chiama un pò tutti con quell'appellativo, amici e non.











