Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così il 90% degli abitanti della Valle d’Aosta, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile - riduce lo stress (63%), permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (16%) e dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (11%).
È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1, che ha indagato la percezione dei valdostani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.
L'attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di quasi un abitante della Valle d’Aosta su due (48%), è lo stress, con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la sedentarietà (32%) e la postura (11%), mentre solo il 5% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.
In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un'attività più fisica, invece, i fattori che incidono maggiormente sulla salute sono il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (53%), seguito dall'eventualità di cadute e infortuni (21%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (5%).
Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per quasi due valdostani su tre (63%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (37%) e dall'inadeguatezza dell'ambiente di lavoro (37%). Per un ulteriore 5%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore.
L'azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I valdostani hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (47%), la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (42%), una polizza sanitaria (21%) e incontri con uno psicologo del lavoro (11%).
In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (79%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (74%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (37%).
“Questa nuova ricerca del nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla terza edizione, - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo - ha delineato un quadro preciso delle percezioni e delle preoccupazioni degli italiani sui fattori e i modi in cui l'attività lavorativa può condizionare la salute individuale. Una risposta efficace a questi temi e a questi bisogni arriva dal welfare, in cui Reale Mutua ha una grande esperienza. Da sempre mettiamo a disposizione sia dei singoli sia delle imprese per i loro dipendenti numerose soluzioni per la tutela della salute e del benessere, come prestazioni mediche, visite e check up clinici, anche a scopo preventivo, e un'ampia gamma di benefit per la cura del wellness e la soddisfazione dei lavoratori.”













