“Simère, plaoua pamì, l’a féi Geppino arreuve bientou!” E’ uno dei momenti più intensi e commoventi della straordinaria recita che gli alunni della classe quinta elementare di Gignod hanno messo in scena, “Memoria e Memorie ...per non dimenticare.” Un progetto che le maestre Roberta Rollandin ,Ornella Florio e Manuela Cornaz hanno condiviso nella prosecuzione del Progetto Pace, iniziato lo scorso anno.
Sono le 23 del 3 ottobre 1945, l’ex-internato Geppino Grivon giunge a Gignod dopo le indicibili sofferenze della prigionia. Bussa alla porta di casa, a Montjoux, gli aprono il padre ed il fratello, la mamma è al Planet ad accudire il bestiame. Il padre di Geppino corre a darle la notizia con quella frase d’apertura che fa scendere più di una lacrima tra il pubblico.”Simère , non piangere più, Geppino è tornato!” Quindici alunni per quasi cinque mesi sono andati alla scoperta degli ex-internati del paese, una ricerca stimolata dal diario di Aldo Salto (classe 1922) che il nipote Orlando Fava aveva trovato in una valigia.
In occasione della Giornata della Memoria i ragazzi avevano letto un altro diario, quello di Geppino Grivon(classe 1923) ed avevano proposto alle maestre di raccontare quelle memorie affinché non fossero perdute. “Abbiamo scelto la metafora della valigia per rappresentare la memoria di quel viaggio che tanti giovani di Gignod si erano trovati a dover fare – spiega Roberta Rollandin- senza sapere dove sarebbero finiti.” I ragazzi sono stati bravissimi ed hanno ricostruito la storia di due ex-internati, Geppino Grivon ed Aldo Salto con una sensibilità, una tenerezza ed una partecipazione emotiva che ha tenuto a lungo il fiato sospeso nella gremita sala Polivalente di Gignod.
Per lunghi mesi hanno letto, studiato, riflettuto su tante frasi ed altrettanti pensieri. Non si sono mai spaventati anche di fronte alle descrizioni più crude di ciò che avveniva nei campi di concentramento. Volevano capire cosa c’era dietro la storia, non solo dentro la storia. Le vicissitudini di Aldo Salto sono state molto forti, al limite della disperazione. Questa una delle pagine del suo diario lette durante la serata: ”…nel campo di sterminio in Montenegro ad un tratto i tedeschi cominciano a sparaci addosso a raffica, senza guardare in faccia nessuno. La Germania è sconfitta e gli alleati stanno arrivando, prima di lasciare il campo vogliono sterminarci tutti. Uno sparo mi sfiora, cado sul mucchio di cadaveri, mi spingono giù in quella fossa, un salto nel vuoto, l’eco degli spari, il battito furioso del mio cuore contro i timpani delle orecchie. All’improvviso il silenzio che dura un’eternità. Poi lo sguardo è attratto da quella luce lassù e silenzioso risalgo la fossa.”
La voce narrante è di Giulia Patacchini, recita a memoria, stringendo le mani al petto con una partecipazione da far venire i brividi. Brandelli di ricordi, quelli di Aldo Salto, ricuciti con grande delicatezza nella rappresentazione, dopo aver provato ad immaginare i suoi pensieri ed il suo dolore. Un’altra voce narrante è quella di Sara Scarciglia che ha recitato un altro brano di Aldo Salto:”Qui a Gignod nessuno sa davvero cosa sia un campo di prigionia, nessuno può immaginare ciò che ancor oggi , a 70 anni di distanza , ci sembra inimmaginabile.” Un racconto delicato, di grande rispetto per i protagonisti, mai angosciante , in cui le storie di Geppino ed Aldo si sono intrecciate come fili di una trama ben più ampia di quella Storia che questi ragazzi studieranno nei prossimi anni.
Questi i nomi dei bambini: Simone Bin, Jacques Boverod, Nicola Davisod, Mattia DeLeonard, Matteo Fusani, Emanuele Giachino, Lorenzo Lamberti, Athena Marcoz, Edoardo Muraro, Giulia Patacchini, Elvis Pelliccioni, Alessandro Promassaz, Sara Scarciglia, Remy Sedran, Yara Zavaglia. La serata è stata organizzata dal Gruppo Alpini di Gignod, con il suo Capo Gruppo Carlo Gagliardi.
Sono intervenuti il Presidente dell’Ana Valdostana, Carlo Bionaz ed il Vicario Carlo Gobbo. Carlo Bionaz ha donato alla classe un Gagliardetto della Sezione Valdostana. “Mai come in questi tempi - ha detto - è necessario educare le giovani generazioni alla Pace, tutto ciò sarà possibile solo a patto di conservare la memoria di ciò che è stata la guerra per chi l’ha vissuta ed ha dovuto pagarne il prezzo.“