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CRONACA | 23 febbraio 2016, 15:01

Fiume di cocaina a Chatillon

Un'traffico' da oltre un milione di euro l'anno all'ombra del night-club 'La dolce vita', gestito dai sei albanesi arrestati. Le indagini proseguono per individuare da chi acquistavano la cocaina

Fiume di cocaina a Chatillon

Gestivano a Chatillon il night-club 'La dolce vita', copertura di altre attività illecite tra cui un traffico di droga da un milione di euro all'anno, i sei albanesi arrestati ieri dai carabinieri.

I proventi del giro di cocaina “venivano in parte inviato in Albania e in parte reinvestito nel night, dove si svolgeva il principale spaccio”, hanno spiegato in conferenza stampa il capitano dell'Arma Enzo Molinari e il tenente colonnello Samuele Sighinolfi.

Il traffico è stato sgominato con l'operazione 'Campanacci', scaturita dalle indagini dei carabinieri di Nus su un furto di alcuni campanacci.

Secondo i carabinieri, al vertice del gruppo di albanesi quasi tutti imparentati fra loro c'era Albert Bushaj, di 36 anni, avvocato (iscritto dal 6 febbraio 2014 al Foro di Roma) che “prima di essere arrestato – ha detto Molinari - aveva collaborato con la procura di Aosta come interprete e nel suo ambiente era conosciuto come 'l'avvocato'”.

Dalla sua abitazione, dove da maggio si trovava agli arresti domiciliari, Bushaj gestiva il traffico di cocaina ma anche il night club. L'operazione, coordinata dal pm Pasquale Longarini, si è svolta con lunghi appostamenti sotto casa di Albert Bushaj, e ha consentito tre sequestri di cocaina per oltre mezzo chilo, acquistata a Milano e a Torino.

“Ogni mese – ha sottolineato Sighinolfi, comandante del Gruppo operativo dei carabinieri in Valle – agli indagati arrivavano tre etti di cocaina purissima, che come minimo veniva tagliata tre volte".

I principali collaboratori di Albert Bushaj nello spaccio erano il nipote Xontino Sinanaj (19) - arrestato due volte in flagranza tra gennaio e febbraio - e il cugino Gentian Bushaj (34), arrestato in flagranza a dicembre. Laurent Bushaj (27), cugino di Albert preparava le dosi e le vendeva.

L'altro cugino, Zamir Bushaj (30), era il prestanome per il night club, trasportava e vendeva la cocaina oltre a reinvestire nel locale i proventi dello spaccio.

Insieme a Lado Latifaj (38) - anch'egli spacciatore - è stato denunciato anche per la ricettazione dei campanacci rubati a ottobre a Nus e dal cui furto è partita l'inchiesta.

Oltre ai sei arresti, il gip Maurizio D'Abrusco ha disposto l'obbligo di dimora a carico di due persone: il padre di Albert, Jani Bushaj (66) - che aveva una “marginale funzione di palo durante le operazioni di taglio, pesatura e confezionamento della sostanza" e Raffaele Chiosso (49), l'unico italiano del gruppo, amico di Albert, cassiere del night club, che procurava clienti per la droga.

L'avvocato era già stato arrestato nel marzo 2015 in un'operazione antidroga della polizia e aveva patteggiato tre anni e sette mesi. 

p.g.

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