“Il mercato di Aosta deve riacquistare la perduta dignità commerciale”. Lo sostengono Anna Aimar e Giovanni Tomassoni, coniugi corniciai che da anni hanno potuto vivere la metamorfosi oscurantista dell'area mercatale, tanto da fare un forte appello per un “risorgimento del mercato di Aosta”.
Titolari del laboratorio e punto vendita 'Tomassoni Giovanni Cornici', in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto ad Aosta, da diversi anni i coniugi occupano un plateatico al mercato aostano del martedì, e dal 2014 osservano “un costante e netto calo della clientela del mercato, oltre a una caduta vertiginosa della qualità dei prodotti esposti”.
(La facciata del mercato coperto di Aosta)
Secondo Anna Aimar “oltre l'80 per cento degli ambulanti del mercato aostano, purtroppo, vende merce di basso livello, a prezzi bassissimi ma perché è bassissima la qualità e la resa del prodotto. Questo ha portato, progressivamente, a un decadimento del mercato di Aosta, la cui sempre più scarsa dignità commerciale allontana i clienti di settimana in settimana”.
Una preoccupazione, questa, condivisa anche da altri esercenti locali: “Dieci banchi di commercianti valdostani che si sforzano di tenere alta la propria offerta commerciale – affermano i Tomassoni -
non possono contrastare l'ondata degli ambulanti di basso profilo che, come da molti ci è stato riferito, acquistano in stock grandi quantità di prodotti, magari dai magazzini Caritas nel Norditalia, e poi riversano mercanzia da 1 euro sui banchi che stanno in piedi con il nastro adesivo. Questo ha portato a un evidente impoverimento dell'offerta”.
Vi è poi il timore che “a qualche 'furbetto' le cose stiano bene così (Nella foto il banco di pregiate pelli bovine di Pier Luigi Genta, presidente della Federazione italiana Venditori ambulanti (Fiva) Valle d'Aosta): se tutti vendono roba da quattro soldi, lui avrebbe solo da guadagnarci mantenendo alta la qualità dei suoi prodotti. Ma questi ragionamenti egoistici non portano alla riqualificazione del mercato, anzi ne fanno risaltare maggiormente le contraddizioni”.
Anna Aimar è figlia dello noto acciugaio piemontese che negli anni Cinquanta si trasferì in Valle con il suo carretto di acciughe fresche e divenne punto di riferimento al mercato coperto del capoluogo. “Mio padre mi ha insegnato che il commercio è sacrificio – sottolinea – ma purtroppo vedo sempre meno colleghi disposti a sacrificare tempo e sforzi per migliorare la qualità della loro offerta. Dobbiamo ridare dignità al mercato di Aosta, ma da soli non possiamo farcela”.
A contribuire al progressivo degrado dell'area, è anche lo stato di abbandono in cui versano Les Halles, il mercato coperto in piazza Cavalieri di Vittorio Veneto.
(Desolazione al primo piano del mercato coperto di Aosta)
Per i Tomassoni “le autorizzazioni rilasciate con troppa leggerezza dal Comune hanno favorito l'insediamento, al mercato, di ambulanti cui lo sviluppo commerciale e turistico di Aosta non interessa minimamente. Forse sarebbe bene che i nostri amministratori facessero un passo indietro prima del crollo definito del nostro storico mercato”.












